È il "Rino-day". Oggi Gattuso diventa ufficialmente il nuovo allenatore del Napoli. Arrivato questa mattina in Campania, l'ex Milan ha già disposto il suo lavoro nell'immediato. E dopo l'allenamento pomeridiano a Castelvolturno, si presenta in conferenza stampa insieme con il presidente De Laurentiis, con il quale ha trovato ieri un accordo (i dettagli qui).
"Viaggi in macchina per non essere scoperto"
“Dire sì al Napoli è facile, da dieci anni è protagonista in Europa e in Italia. È una grande squadra, mi piace tantissimo e anche i giocatori, che trovo funzionali al calcio che voglio fare. La prima volta che ho visto il presidente è stato domenica sera negli uffici della Filmauro e ho dovuto fare i viaggi in macchina per non essere beccato dai giornalisti”.
“Io e Ancelotti ci siamo sentiti stamattina. Sono stati due giorni non facili, sapevo che dovevo affrontare una discussione con lui e dire quali componenti dello staff volevo. Per me è stato un papà calcisticamente, ho fatto 400 partite con lui e l’ho sempre chiamato nei momenti di difficoltà, mettendosi sempre a disposizione per me con gentilezza. Oggi ho avuto l’ennesima conferma dell’uomo che è, mi ha detto dove potrebbe migliorare la squadra. Non facciamo paragoni: Ancelotti ha vinto tutto, io sono un allenatore giovane che ha tanto da dimostrare. Spero di fare anche il 10% di quello che ha fatto in carriera”.
"Obiettivo? Champions"
“L’obiettivo è quello degli ultimi anni, andare in Europa. Non voglio alzare L’asticella ma una squadra così non può stare fuori dall’Europa in Champions. Testa bassa e lavorare, riuscendo a vincere le partite preparandole bene: così si riparte. Questa squadra ha l’obbligo di comandare il gioco.Squadra e società mi aiuteranno e viceversa, viaggeremo di pari passo. Pensiamo solo al lavoro, solo così si può uscire da questo problema venuto fuori da due mesi. Miracolo di San Gennaro? L’obiettivo è recuperare i punti che ci mancano per centrare la qualificazione in Champions”.
Sulla crisi con i tifosi: "I risultati e il senso di appartenenza riavvicineranno i tifosi, la strada deve essere questa, magari esprimendo un buon gioco come quest’anno è successo a tratti. Contratto? Chi fa questo lavoro è legato ai risultati. Anche se il presidente domenica mi avesse proposto solo 6 mesi sarei venuto ugualmente. È una grande opportunità. La squadra non si poteva scegliere meglio per ciò che voglio fare, sono tutti funzionali al calcio che voglio proporre".
Modulo e Ibrahimovic
“4-3-3? Vediamo, tra due giorni giochiamo e vedremo. Nella testa ho quello però, ci sono i giocatori giusti. Dello staff mancano i preparatori dei portieri precedenti. Poi ci sono due preparatori, Riccio, Innocenti, Sangermani e Tenderini. E io. Non voglio parlare di Ibra (qui tutte le ultime), sarebbe facile ora. Voglio discutere dei calciatori che ho ora a disposizione. Quando volete parlare di mercato non fatelo con me, non risponderò: quando un allenatore risponde su questi argomenti manca di rispetto alla squadra che ha”.
“Prima di una partita importante come ieri non mi sembrava il caso di chiamare Ancelotti e affrontare determinate discussioni. Penso di aver fatto bene a comportarmi così. Il momento attuale? Non bisogna cercare alibi, penso che ora si debba capire cosa non ha funzionato in campionato. La squadra può migliorare nella linea difensiva e come sceglie di palleggiare. Vedere questa squadra ora al 7º posto crea un po’ di imbarazzo. Le prestazioni non sono state le migliori e la squadra ne è consapevole. Quando parlo di Europa parlo di Champions, e penso che questa squadra ha tutte le carte in regola per arrivarci. Carlo è una persona navigata, sa le cose che può dire a un collega e quelle che non può. Da parte sua c’è stata grande disponibilità e apertura, ma come è giusto che sia me lo tengo per me.”.
"Squadra può fare di più"
“La squadra è consapevole che può fare di più, non si aspettavano nemmeno loro di trovarsi così. Ha voglia di rivalsa. Poi sono arrivato sei ore fa, è difficile già dire le mie sensazioni ma sono buone. Mi sono complimentato col presidente perché non mi aspettavo un’organizzazione così ampia a livello di strutture: sono rimasto colpito”.
“Le responsabilità ora sono maggiori rispetto a quando subentrai a Montella. So che aria si respira in questa città, ma è un mare grande e devo fare attenzione a non annegare. Ma chi mi conosce e sa la mia storia, sa che non ho paura di nulla. Ho la consapevolezza di aver portato grande professionalità anche col mio staff e per ora si parla tutti la stessa lingua. Poi chiaramente serviranno i risultati. A 41 anni venire qui è un motivo d’orgoglio. Ho rifiutato tante proposte perché non mi sentivo pronto e a livello funzionale non mi piacevano le situazioni, qui invece sì. So che c’è molto lavoro da fare, ma mi piace tutto questo”.
“Io vengo dal sud, i miei sono ancora lì. Quando si cresce con la cultura della tradizione si porta avanti quella della propria famiglia, io la sento questa cosa, perciò dico certe cose”.
Formazione già in testa
“La percezione che c’è all’estero del Napoli è molto più importante di quella che si avverte qui. Ci sono calciatori di alto livello che non sono stati venduti per merito del presidente. La qualità è alta. Ma ora devo essere a bravo a capire da solo ciò che non va, non mi devono riportare niente. Mi piace parlare con l’anima delle persone. Oggi l’obiettivo è portare il Napoli in alto, rancori personali non portano da nessuna parte. Ora pedaliamo poi si vedrà in che direzione andare. Ho già un’idea della squadra che manderò in campo, ma non sono passate nemmeno 48 ore della partita. Affrontiamo una squadra carica che va forte, bisogna fare attenzione. I buoni risultati non sono un caso.”
"Insigne? Io punto su tutti. Lui è un patrimonio del Napoli e devo riuscire a trasmettergli fiducia come a tutti gli altri giocatori. È capitano e simbolo della squadra, essendo nato anche in questa città. Devo far esprimere al massimo i miei giocatori. Ci sarà qualche cambiamento di posizione rispetto a prima, ma il resto no. A me non piace giocare con due linee da quattro. Test fisici non ce ne saranno, dobbiamo preparare una partita. So che lo staff di Ancelotti aveva una metodologia non troppo diversa dalla mia, valuteremo la settimana prossima".
"Riportiamo la gente allo stadio"
“Il Napoli è una grande società, con un grande presidente e grandi giocatori. Penso che le discussioni sul denaro ce ne sono state poche. Perché mi hanno scelto? Sarà perché sono brutto e ho la barba, non saprei”
“In questo momento dobbiamo essere bravi noi a riportare la gente allo stadio. È come scende in campo la squadra. L’umore dei tifosi è per gran parte responsabilità della squadra. Dobbiamo essere bravi noi a ridare l’entusiasmo. Gli ottavi di Champions? Sono a febbraio, ci sono altri problemi. Tanto ogni squadra che si affronta è importante, c’è tempo per pensarci”.