È un anomalo venerdì sera di inizio estate. Ancora non è tempo di vacanze, a Frosinone le luci illuminano il prato del “Benito Stirpe”. In campo, a rincorrere il loro sogno, ci sono la squadra di casa e lo Spezia di Italiano.
Alle 22:45 delle urla rompono il silenzio dello Stirpe. Sono quelle dei giocatori in maglia gialla. Il loro compagno con il numero 7 sulle spalle ha fatto gol. Settimane buie, di incertezza, paura di non farcela, spazzate via a cinque minuti dal novantesimo da una testata di Luca Paganini.
La “zona Paganini”
Di nuovo lui, sempre allo scadere. La “zona Paganini”, come da sei anni a questa parte. Nel giorno delle sue duecento partite da professionista, Luca si fa il regalo più bello. Il ventiseiesimo gol con la maglia del Frosinone, l’undicesimo realizzato dall’ottantesimo minuto in poi.
Quando la butta dentro allo scadere, il Frosinone non perde mai: dieci vittorie e un pareggio che portano la sua firma. Una storia iniziata nella stagione 2013/14, quando Roberto Stellone creò le sue fortune su quel ragazzo poco più che ventenne. I suoi gol consentirono all’allenatore romano di dare il via alla scalata verso la Serie A. Oggi Luca può darne il via a un’altra.
L’intuizione di Nesta
Da un allenatore a un altro. Da Stellone a Nesta, che al 77esimo ha scelto di sostituire Novakovich con Paganini, nonostante avesse in panchina due prime punte di ruolo come Ardemagni e Citro.
“Ho fatto entrare Paganini perché pensavo che in area di rigore con la sua corsa poteva mettere in difficoltà la difesa dello Spezia e in particolare i loro difensori centrali che erano un po’ stanchi”, commenterà al termine della partita l’ex Campione del Mondo.
Otto minuti dopo Luca ha ripagato la sua fiducia. Lo ha fatto raccogliendo un cross di Salvi dalla destra, anticipando Ferrer e indirizzando il pallone in porta con un colpo di testa, uno dei suoi punti di forza.
Il rinnovo contrattuale
Un’esultanza contenuta, liberatoria, con un velo di polemica. Figlia di mesi difficili vissuti tra le ingenerose critiche di una parte dei tifosi giallazzurri e l’incertezza sul rinnovo del contratto che scadrà al termine della stagione, per il momento esteso fino al prossimo 31 agosto.
“Abbiamo prolungato per questi due mesi, il resto poi si vedrà. È certo che comunque vada, darò il mio contributo alla squadra fino alla fine. L’esultanza? È stata liberatoria, sono molto contento di aver fatto gol”, ha dichiarato Paganini a fine partita ai microfoni di Dazn.
Oltre le difficoltà
Un gol che risolleva il Frosinone dopo un inizio di campionato shock dopo il lockdown, con un solo punto conquistato in tre partite. Ma chi come lui ne ha vissute tante con i colori giallazzurri addosso, sa che per portare a casa l’obiettivo c’è bisogno anche di soffrire.
“È la storia di questa squadra. Negli anni passati abbiamo sempre attraversato momenti di crollo per poi ricompattarci e raggiungere grandi obiettivi. Chi lo ha vissuto lo sa. Abbiamo portato questa mentalità ai nuovi e adesso cerchiamo di ripartire viaggiando sulle ali dell’entusiasmo”.
The last dance
Disciplina e dedizione imparate da papà Raffaele e mamma Debora, entrambi ballerini di danza classica, che lo hanno sempre incitato senza mai mettergli pressione – come raccontò ai microfoni di Gianlucadimarzio.com.
Il futuro è ancora incerto, ma il presente è giallazzurro. E Luca lo sa: corre, lotta, segna, fa un inchino e ringrazia la platea. Vuota. Ma che davanti a un televisore starà facendo il tifo per quel ragazzino diventato uomo sotto il Campanile. E che starà sperando che quella di venerdì scorso per lui non sia stata The last dance.
A cura di Andrea Campioni
Foto Frosinone Calcio