Vi abbiamo chiesto di mandarci a gdmfootballmanager@gmail.com le vostre storie più bello su Football Manager, il gioco manageriale di calcio più amato al mondo. Questo è il racconto di uno di voi, anzi uno di noi. Perché tutti, almeno una volta, abbiamo provato a sognare con Football Manager.
Mestre. E’ il 24 dicembre del 2015, e la noia dei giorni festivi mi spinge ad accendere il Pc e iniziare a giocare a Football Manager 2016.
Che squadra prendo? Penso alla vecchia carriera con la Stella Rossa, in un Football Manager di qualche anno fa, provo a dare un’occhiata ai campionati esteri ma non mi ispirano. Serie A meglio di no, poco equilibrio e poi non mi piace partire dall’alto. La mia attenzione si sposta sulla Lega Pro Italiana, in particolar modo sul girone C, un girone bellissimo dove c’è l’imbarazzo della scelta tra le squadre da condurre alla gloria.
Scelgo il Matera, squadra da medio-alta classifica. Unica e ultima presenza in Serie B nel 1979/80. Città stupenda, che mio malgrado non avevo mai visitato. E poi la Basilicata la conosco bene, dato che li ho gran parte dei miei parenti… Si, il Matera è la squadra giusta.
Il primo anno è di rodaggio, la squadra è tosta e prendo in prestito dei buoni giocatori di prospettiva: Audero in porta, Romagna in difesa, Castellano e Tulissi a centrocampo con Vitale, mi portano a giocare i play-off per salire di categoria, ma il finale è amaro e perdiamo ai quarti di finale degli spareggi contro l’ottimo Pordenone.
L’anno successivo, 2016/2017, ci vede salire di categoria, ai playoff e dopo essere arrivati terzi in campionato, battendo il Teramo nella doppia sfida decisiva in finale. I protagonisti sono sempre i golden boys dell’anno precedente, i cui prestiti vengono rinnovati, assieme ai nuovi innesti sulle fasce Dimarco e Conti. In attacco Gammone e Letizia danno entusiasmo e personalità alla squadra.
Clamorosamente, nonostante le mie previsioni vedessero la mia squadra due o tre anni in cadetteria prima di affacciarci alla serie A, il 2017/2018 ci vede stravincere la serie B con le prodezze di Castellano e Tulissi (comprati poi al termine della stagione dopo 3 anni di prestiti) e i gol del bomber Sigþórsson, vero colpo di mercato della stagione.
Il Matera in serie A è una fucina di talenti. I prestiti dei giovani sono sempre studiati con meticolosità, e si iniziano a lanciare in prima squadra i giovani del vivaio, cresciuti nei campetti di periferia e negli oratori dell’intera Basilicata.
E comincia a delinearsi la leggenda di Tiziano Tulissi, che diventa da giovanissimo il capitano della squadra lucana e assieme a Castellano e al giovane portiere Di Lorenzo, nato nella città dei sassi e cresciuto nella società Materana, porta la compagine da me allenata alla conquista della Coppa italia nel 2024, vinta grazie alla vittoria in Finale ai rigori contro il Napoli, allo Stadio Olimpico di Roma. Nel 2032 arriva la seconda Coppa Nazionale, conquistata battendo in finale la Lazio.
Passano i giorni, le settimane e i mesi nella vita reale .. e mi trovo una sera di luglio, dopo anni di serie a senza mai retrocedere, dopo aver lanciato nel calcio che conta decine di talenti e dopo mille gioie nei campi di calcio di tutta Italia e di mezzo continente, a giocarmi finalmente Europa League e Scudetto.
La serata di Wembley è amarissima, l’Olimpiakos conquista il trofeo continentale battendomi 1 a 0 con un gol di Javier Lopez, ma l’epopea europea della mia squadra nella stagione 2033-2034 è comunque da ricordare con orgoglio.
In campionato siamo primi, dopo che l’Ascoli ha clamorosamente fermato a Torino (!) la Juventus pareggiando 1 a 1 e consentendoci il sorpasso in classifica a tre giornate dalla fine.
Alla 38sima, siamo avanti di due lunghezze sui bianconeri e a Genova ci attende la Samp. Vinciamo 2 a 1, è apoteosi, regalo a Matera il primo scudetto della sua storia e vengo portato in trionfo da giocatori e tifosi.
Si ritira anche Tiziano Tulissi. In un calcio in cui non esistono più le bandiere, ecco la storia di un capitano arrivato nella squadra lucana, in Lega Pro e in prestito dall’Atalanta, a 17 anni. Qualche anno di prestito e poi l’acquisto a titolo definitivo. Mille sirene lo chiamano prima a Madrid, poi a Barcellona e Manchester, passando per l’assiduo interesse di Juve, Borussia Dortmund, Bayern Monaco. Ma lui sceglie di restare nella società che l’ha accolto da ragazzino, che l’ha fatto diventare grande e che l’ha fatto diventare il miglior centrocampista d’Europa per diversi anni. 739 presenze col Matera, 212 reti, uno scudetto, due coppe Italia, una Supercoppa Italiana, una promozione dalla Lega Pro e una Serie B vinta.
Chiudo la carriera ritirandomi, una carriera di FM fatta senza salvare file quando arrivano le cocenti delusioni in ogni categoria o coppa (Europa League su tutte). Zeppa però di gioie, e di orgoglio. Di fedeltà, quella del Capitano storico e di altri 4/5 giocatori. Di fedeltà e coerenza ad un Credo calcistico, quello di lanciare i giovani e di giocare un calcio offensivo.
E’ l’8 agosto del 2016, e decido di fare un salto a Matera per ammirare una delle città più belle del Mondo, unica nel suo genere.
Ammirando la magnifica città dei sassi, per qualche istante non posso fare a meno di pensare al mio Matera, alle gesta dei miei giocatori, alle gioie della gente.
Passeggio per la città, la gente mi incrocia per la propria strada e non mi riconosce, ma nella realtà virtuale, ho indelebile il ricordo di essere stato l’eroe di un popolo.
Domenico