Ha fatto 13. E ha buttato giù la maschera. C'è la firma di Roberto Floriano sulla festa promozione del Bari. Un ritorno tra i professionisti maturato a partire dal 31 luglio, giorno dell'avvento della famiglia De Laurentiis in sella al club biancorosso, e suggellato otto mesi e mezzo dopo, dopo una cavalcata fatta di 24 vittorie, 6 pareggi e 3 sconfitte. Il numero 7 ha dato il via alla vittoria sul Rotonda, raccogliendo la palla persa da Chiavazzo e scaricando un grande esterno destro alle spalle di Diego Gonzalez. Rete dell'1-0 e solita esultanza: mani portate agli occhi, a mimare il gesto degli occhiali. Una scena vista 13 volte in stagione e mai spiegata fino in fondo dal diretto interessato. Almeno fino al 28 aprile 2019, il C-Day del Bari. "Forse la cosa è stata un pochino pompata - il sorriso del diretto interessato - è un'esultanza nata a Foggia. Ho visto che è piaciuta, poi mio fratello mi chiedeva di ripeterla. So che la gente si è incuriosita. Ma è un modo per dire 'Hai visto che gol?'. Poi si è creata questa curiosità intorno e ci abbiamo giocato su".
Giocarci su, un mestiere nel quale l'attacco del Bari è riuscito bene: i gol sono 35, spalmati nel tridente completato da Neglia e Simeri. Proprio con quest'ultimo Floriano condivide la vetta della classifica cannonieri interna: 13 centri a testa. In palio c'è una cena, che sarà pagata dal top-scorer: "C'è solo una cena in ballo, ma la faccio pagare a lui - scherza il 7 del Bari - Domenica vedo di fargli un assist, così mi scavalca. Poi penseremo alla poule scudetto, vogliamo vincerla perché la città la merita". E giù risate. Come la maschera. Quella che RF7, come più di qualche tifoso a Bari ha iniziato a chiamarlo, ha gettato giù in Puglia, nella seconda miglior annata della sua carriera davanti al portiere avversario. Meglio aveva fatto solo a Mantova (19 reti) nella stagione 2013/2014. Anche allora vestiva il biancorosso. Un accostamento che sicuramente gli dona.