Questo sito contribuisce all'audience di

Fiorentina, ecco Lirola: la nuova freccia di Montella

Nel 1992 a Barcellona ci sono le Olimpiadi. Le gare di Tiro si svolgono a Mollet del Valles, comune catalano dove – cinque anni più tardi – nasce Pol Lirola. La nuova freccia nell'arco di Montella, tanto per rimanere in tema. La velocità nel dna, l'Italia nel destino. Il suo presente si chiama Fiorentina. La trattativa fra i viola e il Sassuolo è stata estenuante, lui però non ci ha pensato un secondo dopo la chiamata di Pradè: "Sì, contatemi pure". Veloce, anche nel prendere decisioni.


WhatsApp_Image_2019-07-31_at_10.37.50.jpeg

Come nel 2014. Pol gioca nelle giovanili dell'Espanyol, da sempre la squadra del cuore sua e del padre. E' novembre e fa il suo esordio con la seconda squadra. Sorride, anche perché vince 2-0. Dopo la doccia, ad attenderlo fuori dallo spogliatoio, ci sono papà e procuratore. Con loro anche Javier Ribalta, allora capo osservatore della Juventus: "Ti vogliamo a Torino, subito", gli dice. Passa un mese e mezzo e Lirola vola in Italia, preferendo i bianconeri alle offerte di City e Barcellona.

I primi mesi sono duri, deve imparare la lingua, gli manca il mare ed è costretto a rimanere fermo in convitto in attesa di completare le pratiche per il tesseramento. Nell'aprile del 2015 l'esordio contro il Bologna. Dietro di lui, in porta, c'è Audero. A qualche metro di distanza dalla sua fascia destra, a guidarlo dalla panchina, ecco Fabio Grosso, uno che il terzino lo sapeva fare eccome. E poi a Torino la Primavera si allena quasi in simbiosi con la prima squadra, di qui i consigli di Licthsteiner e Barzagli, le amicizie con Morata e Dybala. Un rammarico, non aver conosciuto di persona Dani Alves, suo idolo da sempre. Quando il brasiliano arriverà a Torino, infatti, Lirola sarà già al Sassuolo. 


Lirola_BUF1119.jpg

La concorrenza in prima squadra è troppa, meglio ascoltare i consigli di Allegri e farsi le ossa con Di Francesco: "Non mi importa dell'età. Se meriti, allora giochi", gli dice. Detto, fatto: Pol si prende la fascia e segna a Bilbao il primo storico gol del Sassuolo in Europa. Perché il terzino è chi sa difendere, ma i terzini migliori sono quelli che sanno anche attaccare. Questo è il suo mantra, stile Carvajal, Cancelo o Lahm (li studia tutti). 

Nell'ultima stagione con il Sassuolo De Zerbi non ci ha mai rinunciato. 35 presenze totali, 32 da titolare. Due gol, sei assist. Numeri che hanno ingolosito Montella e che hanno convinto la Fiorentina ad un investimento notevole. Alla terza giornata sarà già il momento di affrontare la Juventus di Cristiano Ronaldo. Lirola ha un debole per lui, lo preferisce a Messi (cosa rara per chi è catalano). Su Whatsapp l'immagine profilo parla chiaro: lui che resiste ai doppi passi del portoghese. Perché sa difendere, ma anche fare male. Come la freccia di Sebastien Flute a Barcellona nel 1992. Anche Pol spera di fare centro in questa nuova sfida chiamata Fiorentina.