“Lottate fino alla fine”. In un Franchi mezzo vuoto e molto arrabbiato si sentono solo i tifosi del Frosinone. Che festeggiano la seconda vittoria consecutiva per la prima volta nella loro breve storia in Serie A. Orgoglio e speranza. La salvezza, in attesa delle avversarie, dista solo cinque punti. Troppo poco per non sognare. Anche perché sette giorni fa era tutto estremamente diverso.
L’uomo della rinascita è chi il Frosinone ce l’ha stampato nel cuore. Oltre 200 partite alle spalle, sei anni di gioie e dolori. Daniel Ciofani ha trovato il suo quinto gol stagionale, il secondo consecutivo. Prima il rigore segnato al Parma, poi il destro che non ha lasciato scampo a Lafont. Storie di reti pesantissimi, che stanno facendo sognare una città intera.
Dalle lacrime alla gioia. Un anno fa Ciofani faceva i conti con una distrazione di terzo grado al bicipite femorale della coscia destra. Fatale lo scontro con Bruscagin nel match contro il Venezia. Lui, il bomber della squadra, costretto a lasciare il campo in barella e con le mani davanti agli occhi. L’operazione in Finlandia, i due mesi di stop che lo portano a lasciare soli i compagni anche nei playoff: “Mi rialzerò, tornerò più forte di prima” La sua promessa. 12 mesi dopo eccolo lì, nonostante tutto. Sempre pronto quando chiamato in causa. Sempre decisivo quando la butta dentro.
E’ il primo successo della storia del Frosinone contro la Fiorentina. Sono 15 su 23 i punti totali raccolti in trasferta, nessuno ha fatto meglio in campionato. Merito di un “fiorentino”, che più fiorentino non si può. Marco Baroni è nato in via Accursio, alle Due Strade. A venti metri dal “Bozzi”, il quartier generale del settore giovanile viola. Laddove è cresciuto suo figlio Riccardo. Con lui anche Chiesa, il primo a chiedere scusa sotto la Fiesole a fine partita.
Una volta, quando Marco faceva il raccattapalle al Franchi, Antognoni lo rimproverò perché aveva ritardato a dargli il pallone. Faceva freddo, le idee erano confuse. Probabilmente la scena si sarà ripetuta – simpaticamente - anche negli spogliatoi, perché il Frosinone ha fatto proprio un bel dispetto alla Fiorentina, non c’è che dire: "Sono affezionato a Firenze. Ma stanotte ero concentrato solo sulla partita" . Freddo, lucido. Quanto basta per decidere di gettare nella mischia Ciofani al posto di Trotta. Intuizione vincente.
Ne sono passati di anni da quel 2 maggio dell'82. La Fiorentina sogna lo scudetto, Cuccureddu sta male e De Sisti carica sul pullman un ragazzino che sogna l'esordio in A. Giocherà solo 4', poi con i viola solo panchine. Il più grande rammarico della sua carriera da calciatore. La salvezza con il Frosinone, invece, potrebbe essere la vittoria più bella da allenatore.
Baroni l’ha preso in mano a ridosso di Natale. Una sola vittoria in 19 giornate con Longo. Con lui, invece, quattro successi e tre pareggi: "Non ci siamo messi in testa nulla, vogliamo solo batterci con oroglio" Il suo grido di battaglia. "Lottate fino alla fine" Quello della curva: "Fantacalcio? Mi sono messo primo panchinaro ma dovrei entrare. L'ho fatto per scaramanzia" L'ironia di Ciofani. Sorriso, umiltà e spensieratezza: il Frosinone non vuole abbandonare la Serie A.