Imponente, sicuro di sé. Dragowski-Fiorentina, seconda parte. Il portiere polacco è tornato alla base, questa volta non come comparsa. Per lui Commisso, Barone e Pradè hanno riservato un ruolo da attore protagonista. Prima Tatarusanu a chiudergli lo spazio, poi Sportiello e Lafont: “Ora sono molto contento, finalmente è arrivato il mio momento”.
Lo ha detto in occasione della conferenza stampa con cui si è (ri)presentato alla sua gente. Quei tifosi che poteva condannare alla B durante i suoi sei mesi a Empoli: "Un'esperienza bellissima". Ultima giornata, Andreazzoli va a San Siro in cerca di un’impresa con l'Inter che non riesce. I viola pareggiano con il Genoa e si salvano: “Ma non ci ho pensato – ha ammesso – io in quel momento indossavo la maglia azzurra”.
Adesso la società lo ha richiamato, preferendolo a Lafont, tornato momentaneamente in Francia: “Voglio ringraziare il club che mi ha dato fiducia. Lavorerò come non mai”, promette. Per lui è arrivato subito anche il rinnovo fino al 2023: “Da quando ho sentito i dirigenti, ho avuto in testa solo una cosa: fare una grande stagione con la Fiorentina. Mi preparerò nel miglior modo possibile per riuscirci”.
L’estate di Dragowski è stata impegnativa: “Avevo altre offerte – ha ammesso – ma si sa, nel mercato ci sono sempre tanti movimenti. Io ho scelto la Fiorentina, la Fiorentina ha scelto me. E adesso sono felice”. Il suo vice sarà Terracciano, portiere di esperienza: “Pietro mi farà crescere molto, gioca da più tempo di noi. Sicuramente ci aiuterà. Anche io posso aiutare lui, si può crescere pure a trenta anni”.
Commisso gli ha detto cose dirette, semplici: “Para bene”. Lo paragonano a Szczesny: “Ma lui è più forte, non sono ancora al suo livello”. Umiltà, fiducia: “Sono sicuro di me”. Rammarico per il passato? Zero: “Non voglio parlare di Pioli o del passato, magari non ero pronto io. Voglio guardare al presente e adesso sono felice”. Spera di esserlo fino al 2023, con la maglia viola addosso. Ora è il suo momento. Ora tocca a lui.