Sanzioni possibili? La Federcalcio tedesca, alla fine, ha detto di no. Eppure il rischio c'è stato. Dopo le esultanze per rendere omaggio a George Floyd, era stato aperto un fascicolo per capire se i giocatori che avevano esposto slogan per lo statunitense ucciso a Minneapolis potessero essere passibili di sanzione. Più che Thuram, si trattava di Sancho, Hakimi Achraf e McKennie, "rei" di essere scesi in campo con scritte di solidarietà per Floyd.
Dopo le parole di Infantino, che aveva invitato la Dfb a valutare bene il da farsi, è stata la stessa Federazione a mettere la parola fine sulla vicenza. "Le Dfb" si legge "ha avviato la discussione pubblica sui messaggi politici nello stadio su iniziativa del suo presidente". Proprio Keller ha affermato che "Chiunque proclami i valori del calcio che sono presenti negli statuti del DFB non deve essere punito. Vogliamo giocatori maturi che diano il buon esempio e convincano la gente dei nostri valori. Questo deve essere possibile".
"Le punizioni basate su dichiarazioni contro il razzismo" ha aggiunto Björn Fecker, a capo del tavolo di discussione istituito dalla Federcalcio tedesca per valutare sull'argomento, "contraddirebbero fondamentalmente il nostro impegno nel DFB. Ora si tratta di discutere proposte come l'integrazione e la diversità, nonché l'impegno contro la discriminazione".