Immaginatemi: sono a casa, confinata sul divano. Ahimé, nella stessa casa, intorno a un tavolo, sei baldi giovani agguerriti. Agguerritissimi. In mano penne come spade, fogli pieni di nomi e loro, amici fino a prima di varcare il portone di ingresso, ora sono nemici, nemici veri. E si studiano, si guardano, si scrutano, si siedono come fossero ognuno nella propria trincea. E combattono. Si dicono nomi, si sparano cifre, si urlano numeri al vento. “Aggiudicato!” come avessero comprato un quadro di Munch all’asta. E avanti al prossimo cognome.
Questa sera sono una testimone. Una testimone di un momento delicato. Non lo avrei mai creduto, ma il mio salone è teatro dell’asta del fantacalcio. Aiuto. Vi prego aiutatemi.
Questo articolo è uno sfogo, o forse un SOS, o un tentativo di cercare comprensione, non so. O magari tutte e tre le cose. Perché so di trovare qui qualcuna di voi che, disperata, sarà confinata su un altro divano, in un’altra casa, con intorno altrettanti ragazzi e si sentirà persa. Tra i quali il proprio fidanzato, ovviamente. O ancora peggio qualcuna di voi è finita per caso su questo blog mentre affoga in un pacco enorme di patatine il dispiacere dell’abbandono. Sì, dell’abbandono perché questa sera niente uscite, niente film visti accoccolati sul divano, niente di niente: questa sera magari lui è uscito con fogli sotto braccio e sguardo di sfida direzione casa amici per accaparrarsi la squadra vincente e lottare fino all’ultimo credito per il fuoriclasse giusto.
Ecco, il mio s’è appena aggiudicato un giocatore da un nome improponibile e ha lottato per averlo in squadra. Io nemmeno sapevo della sua esistenza. Come della maggior parte dei nomi che aleggiano nell’aria da mezz’ora a questa parte. E la serata è ancora lunga, lunghissima, interminabile. Scusami, dai una patatina anche a me, per favore?
E l’asta è solo uno dei tanti momenti in cui il calcio è in bocca ai nostri ragazzi. Perché anche il vostro fidanzato ha il gruppo whatsapp con gli amici/avversari del fantacalcio, vero? E il cellulare che squilla ogni due minuti, vero? Anche il vostro fidanzato, dopo aver perso ore di sonno a causa dell’asta, quando sembra che sia finito il supplizio, per voi e per lui, comincia a ricevere o a fare proposte di scambi vari, di baratti, di sostituzioni? Anche il vostro, la mattina dopo dell’asta, la prima cosa che vi dice, ancora prima del buongiorno, è che ha speso troppo per Barella? O per Lasagna? Che poi, che nomi… E anche il vostro fidanzato, prima dell’asta, lo vedete concentrato davanti al pc, ad aprire pagine e pagine di statistiche, di voti, di calciomercato e se gli chiedete qualcosa vi risponde che sta studiando? Vero, lo fanno anche i vostri fidanzati? Vi prego, rincuoratemi. E anche voi vi ritrovate il sabato sera in pizzeria, in mezzo a un covo di fantacalcisti, senza un’altra donna con cui parlare o, ancora peggio, con un’altra amica disperata come voi di fronte senza avere spazio per le vostre chiacchiere perché vi sentite sopraffatti da loro che sanno anche con quale bagnoschiuma si lava Musacchio dopo la partita di campionato? Ma poi chi è Musacchio? E non serve non uscire con gli avversari del fantacalcio per non sentire parlare di partite, infortuni, assist, cartellini, marcatori, terzini, perché credetemi: ci ho provato. E continuo a provarci. Purtroppo inutilmente. Perché anche se si esce con amici che non giocano insieme al vostro fidanzato e quindi voi siete contente perché magari si può parlare di altro, no… non si può: perché gli uomini, purtroppo, resistono forse i primi dieci minuti ma poi sembrano guardarsi complici e basta che uno, uno solo, abbia il coraggio di nominare anche solo lontanamente qualcosa che assomigli a un pallone che il gioco è fatto. Ed è anche peggio perché si confrontano le varie competizioni e la pizza si raffredda perché si parla, si parla, si parla. E ovviamente (è anche inutile dirlo) il fine settimana non si può andare a cena in un ristorante che non faccia vedere il match della serata, anche che fosse Verona-Lecce.
Basta che ci siano sulle schermo una manciata di giocatori impazziti che corrono sudati dietro una palla e i nostri uomini sono contenti e la cena sembra per loro più digeribile, non so. E ritenetevi fortunate, care mie, se il vostro fidanzato partecipa a un fantacalcio. Perché c’è chi ne fa due, due, due. Quindi immaginatevi quello che vi ho detto raddoppiato, tutto raddoppiato: doppia formazione, doppio studio, doppie aste, doppia mia tristezza. Sì, perché io appartengo a quel gruppo di fidanzate che devono combattere contro due mostri. “Amore…” e già qui la cosa avere l’odore di fregatura… “sai, mi hanno proposto un… un terzo fantacalcio!” e non so se effettivamente lui abbia rifiutato la proposta perché era davvero troppo o per la disperazione che ha visto sul mio volto. La formazione, vogliamo parlare del momento catartico in cui bisogna caricare la formazione sull’applicazione? C’è studio, raccoglimento, concentrazione, invocazione alla divinità superiore: è questo uno di quei momenti in cui potrebbe accadere di tutto, anche cadere il mondo. Loro, in quel momento, non ci sono per nessuno. Potete estorcere le promesse più assurde, potete richiedere le cose più strane: loro, con il telefono in mano e tanti schemi nella testa nemmeno fossero il Lippi del 2006, si limiteranno a farvi sì con la testa, con un movimento lento, costante. Diabolici: fanno finta che siano tutte orecchie per voi, in modo da farvi stare tranquille, quando sono tutto cervello per loro, i pupilli della loro squadra immaginaria, che tanto immaginaria poi non è visto che è presenza quotidiana della loro vita, anzi… della vita di coppia. E sanno tutto eh, tutto: quello gioca sulla fascia, quello ieri dopo l’allenamento ha fatto una storta andando verso lo spogliatoio e quindi non gioca, quell’altro ha la febbre, quello deve per forza fare bene quest’anno perché ci sono gli europei, quell’altro ancora sente addosso l’ansia dell’esordio e magari non giocherà al massimo della forma, quell’altro ha festeggiato il compleanno della mamma la sera prima e quindi magari ha mangiato troppo ed è appesantito per correre, quello non segna di solito però è rigorista… ma io dico: come fanno? Ma come hanno voglia? E quando qualche giocatore si fa male? Se potessero, andrebbero in ospedale, a sincerarsi della sua condizione, stanno in apprensione nemmeno il crociato da ricostruire o il menisco da sistemare fossero i loro. E poi si ricordano tutto, tutto e stanno attenti alle news, sono sempre aggiornati, e stanno vigili sui dettagli. Poi però si perdono per strada la data del vostro primo bacio o non si accorgono che vi siete tagliate i capelli di due centimetri o che avete comprato un jeans nuovo. Un’altra patatina?
Se siete arrivate a leggere fino qui vuol dire che i miei pensieri sono anche i vostri. E quindi è il nostro momento.
L’appello che vi lancio, care fidanzate di ragazzi che sono fidanzati anche con il fantacalcio, se non soprattutto con quello, è di unirci. UNIRCI. Urlo alla rivoluzione. Ribelliamoci. Mettiamoci sedute in silenzio sul pavimento davanti alla porta, quando il nostro lui esce perché ha una squadra da accaparrarsi all’asta, facciamo come Gandhi: una sana resistenza passiva. Oppure no, lottiamo. Facciamo una rivoluzione seria. Io urlo al boicottaggio. Scarichiamo il cellulare dei nostri fidanzati, disinstalliamo l’applicazione, evitiamo le uscite con gli amici, pensiamo solo ad organizzare cenette romantiche. Penso che alla fine vedrebbero palloni anche in cucina, arriverebbero a fare aste immaginarie nei sogni, facendo offerte al buio e apparecchierebbero la tavola schierando le posate in 5-4-1 pronto al catenaccio.
No, non si può fare. Anche per il nostro bene non si può fare.
L’unica soluzione è convivere… con la nostra dolce metà sì, sotto lo stesso tetto, ma anche con il terzo incomodo che ha il nome di fantacalcio. E non esserne gelose, mai. Almeno non tanto. Possiamo…come dire, cercare di conoscere il nemico, come nelle migliori partite a scacchi. Conoscere il nemico per renderlo meno ingombrante. Ecco: allora non dico di diventare commissari tecnici della Nazionale, ma almeno non sbuffare quando si parla di aste e ogni tanto chiedere anche “chi schieri oggi in campo?” e provare a capirci un po’, anche solo un pizzico. Io provo a fare così, vediamo se funziona. D’altronde l’amore è nella buona e nella cattiva sorte… calcistica, no?
E voi… voi che rapporto avete con questo terzo incomodo? Come riuscite a convivere con il fantacalcio? Come è la situazione in casa vostra?
“Ronaldo!”, ecco il nome che vola nell’aria e mi riporta alla realtà. I sei baldi giovani sono ancora agguerriti, sempre intorno allo stesso tavolo e qui la lotta è ancora più seria: si sparano numeri grossi e forse chi se lo accaparra esulterà come fa di solito lui, dopo un gol allo Juventus Stadium. Forse esulto anche io, perché questi sono gli ultimi colpi di un’asta avvincente. Almeno questo l’ho imparato: quando si arriva a chiamare il nome degli attaccanti, il supplizio è quasi finito. Almeno per stasera. Potrei avere un’altra patatina, stavolta per festeggiare?
"Articolo ideato e realizzato da Penna Spettinata"