“Voglio allenare, non mi interessa dove”, idee chiare quelle di Patrice Evra, l'ex difensore di Manchester United e Juventus che, dopo l'annuncio del ritiro dal calcio a luglio 2019, pensa al futuro. “Non mi pongo obiettivi, non l'ho mai fatto in vita mia perché se li fissi e poi non li raggiungi ci resti male. Preferisco vivere il presente, se pensi troppo al futuro vieni preso dall'ansia e se guardi troppo al passato sei preso dai rimpianti”, racconta nel corso di un podcast organizzato proprio dal club inglese, con cui ha giocato dal 2006 al 2014, prima di firmare per i bianconeri.
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"Alcuni calciatori pensano che siccome hanno avuto una grande carriera, saranno anche grandi allenatori. Ma in realtà riparti da zero: come giocatore magari hai vinto questo e quello ma come allenatore? Niente. Per cui se vuoi diventare un grande tecnico devi fare questo e dimenticarti del calciatore che sei stato". Non solo lo studio da allenatore. Nel suo futuro c'è spazio anche per un libro, un curioso hobby che il francese ha voluto rivelare: “Ci saranno tante storie divertenti e alcuni capitoli saranno dedicati ai momenti più difficili della mia infanzia, a cose che non ho mai raccontato”.
“Sarà un testo motivazionale rivolto ai bambini. Con loro hai uno scambio di idee impressionante. Spero che questo libro arrivi nelle scuole, per spingere i bambini a credere nei loro sogni. Voglio insegnargli a sperare che, indipendentemente da cosa vuoi, puoi ottenere molto". Nell’attesa però, in un periodo tanto difficile a causa della pandemia di Coronavirus (tutte le news dal mondo) Patrice Evra si gode il tempo libero e la famiglia: "Passo molto tempo con i bambini e faccio le mie cose, mi diverto così. Voglio mettermi alla prova. Come giocatore ho vinto tanto ma come manager devo dimostrare tutto".
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