Armini, Alia e Rezzi: Lazio, una chiamata per tre e un sogno comune
Una macchina per due, tanti chilometri e una destinazione comune. Su e giù da Albano Laziale a Formello, tutti i giorni, senza sosta. 60 km all’andata, altrettanti al ritorno. Una routine quotidiana per Alessio Miceli e Marco Alia, prodotti del vivaio laziale. Lo stesso viaggio per lo stesso sogno, tinto di biancoceleste. Miceli lo ha già realizzato (in parte) lo scorso anno con l’esordio in Europa League contro il Vitesse, Alia potrebbe riuscirci domani in compagnia di Nicolò Armini e Edoardo Rezzi. Golden boys biancocelesti convocati da Inzaghi per la sfida di Europa League contro l’Apollon Limassol. Con la qualificazione ai sedicesimi già in tasca Inzaghi guarda al futuro e pesca dalla Primavera.
Una chiamata per tre e due novità assolute. Alia e Rezzi si aggregheranno per la prima volta con i grandi, per Armini sarà un piacevole bis. Un anno fa la convocazione per la trasferta con lo Zulte Waregem direttamente dall’Under 17, domani il capitano della Primavera biancoceleste spera nell’esordio assoluto. E’ il più giovane della spedizione (classe 2001), ma ha la tempra del leader. Si ispira a Nesta, suo idolo assoluto, ed è già nel giro delle Nazionali minori da qualche anno. Forte fisicamente e un senso dell’anticipo da categoria superiore. Armini è uno dei più promettenti della Primavera biancoceleste, tanto che la Lazio lo ha già blindato con un contratto da professionista fino al 2020 e punta anche sul fratellino Yuri, che gioca con l’Under 15. La fede laziale gliel’hanno trasmessa mamma Marzia e soprattutto il nonno Giulio. E proprio per lui alla prima convocazione in prima squadra ha scelto la maglia numero 31, giorno della sua scomparsa. Domani indosserà il numero 58, ma la voglia sarà quella della prima volta.
Per Alia e Rezzi sarà invece tutto una scoperta. Una prima volta per due, emozioni condivise e un percorso simile. Alia (classe 2000) sarà il terzo portiere e indosserà la maglia numero 50. Nato in Italia da genitori albanesi, ha doppio passaporto ma ha deciso di giocare per l’Albania Under 19. Il papà è un ingegnere, la mamma una professoressa, ha iniziato in mezzo al campo e come tanti ha scoperto la vocazione per i guanti più tardi. Merito del giardino di casa, dove con gli amici si divertiva a stare tra i pali. L’infortuno del numero uno titolare dei Salesani a Genzano gli ha spalancato poi la strada per la porta, e da allora non l’ha mai abbandonata. Si ispira a Neur ed è bravo con i piedi grazie anche al suo passato da attaccante. Due anni fa ha tolto il posto da titolare a Rus e domani sarà per la prima volta in panchina con i grandi.
Così come Rezzi, classe ’99, centrocampista offensivo e all’occorrenza anche mezzala. Prelevato dal Futballclub nel 2015 ha stregato Inzaghi negli ultimi mesi. Un brutto infortunio rimediato nel derby di categoria con la Roma nel 2016 ha rallentato la sua ascesa, ora è pronto a prendersi il palcoscenico che si merita. All’esordio con la Primavera della Lazio aveva gli occhi lucidi di felicità e commozione. Un pensiero era al futuro, l’altro verso suo nonno, laziale da sempre che non ha fatto in tempo a vederlo in maglia biancoceleste: “Mi commuovo a parlarne perché mi è sempre stato vicino, assisteva ad ogni partita”. Forse anche domani tra lo stupore e la meraviglia della
prima volta un pensiero sarà rivolto a lui. Stanotte però sarà riservata solo ai
sogni. Quelli che alzano l’adrenalina e non fanno dormire. Cuori pulsanti e occhi
sbarrati: la viglia di Armini, Alia e Rezzi è già iniziata.