La Serbia si è qualificata al suo primo Europeo da Nazione indipendente (l'ultima apparizione con la Jugoslavia nel 2000). Dopo i recenti due fallimenti Mondiali (2018 e 2022 dove in entrambe le occasioni è uscita ai gironi) le Aquile Bianche sono chiamate a fare un grande torneo continentale per dimostrare di avere una generazione di talenti.
L'allenatore: Dragan Stojkovic, il "Maradona dei Balcani"
Perché già in passato c'è stata la generazione d'oro denominata poi "e se...". Bisogna tornare indietro di 34 anni: Mondiali Italia 1990, quarti di finale contro l'Argentina. Si va ai calci di rigore. Primo a calciare per la Serbia è proprio Dragan Stojkovic (considerato uno dei migliori giocatori europei in quel momento) che sbaglia. Non basta una benedizione dall'alto che portò all'errore dal dischetto anche di Maradona perché Hadzibegic regalò all'Albiceleste la semifinale contro l'Italia. “Eppure, eravamo così vicini…”, si sente dire ancora oggi nel Paese: ora Stojkovic ha un'altra veste e ci proverà da Commissario tecnico a far dimenticare a una Naziona intera quanto accaduto 34 anni fa.
Sotto la gestione Stojkovic la Serbia ha trovato un modulo base: il 3-4-2-1, che concede maggiore libertà ai tanti giocatori offensivi estrosi a disposizione. Il bilancio, su undici partite nel 2023, è di 6 vittorie, 2 pareggi e 3 sconfitte con 21 gol segnati e 13 subiti. Numeri che hanno permesso di ottenere la qualificazione come secondi nel girone G dietro l'Ungheria. Si tratta di una squadra con innegabili qualità in ogni ruolo che abbina quantità, fisicità e tecnica creando un mix italo-balcanico.
I giocatori: ben 15 "italiani"
La Serbia è la quarta nazionalità straniera più presente in Serie A con ben 15 giocatori ma sono tanti quelli che sono passati nel nostro campionato (come i Sergej Milikovic-Savic e Lukic). La stella è Dusan Vlahovic ma in Serbia gode di molta stima anche Mitrovic, eroe nazionale dopo la rete al Portogallo che ha portato la squadra al Mondiale in Qatar. A completare il reparto dei "9" Luka Jovic per un peso offensivo che non manca tra le fila serbe.
A centrocampo duttilità ed estro. A Tadic e Samardzic viene aggiunta la completezza di Milinkovic-Savic e il tuttofare Gudelj, fondamentale per dare equilibrio alla squadra.
Infine una difesa vecchio stampo modernizzata: solida e difficile da superare ma che non disdegna impostare l'azione palla a terra. Caratteristica possibile anche grazie all'abilità con i piedi di Vanja Milinkovic-Savic che viaggia a una media di 45 tocchi a partita.