Pllumbaj, la vita oltre il calcio: “Mi davano per pazzo, ma ho la sindrome di Dunbar”
Nino Caracciolo 9 Aprile 2021Credevano fosse pazzo, ma in realtà nessuno riusciva a riscontrargli la reale malattia: Ersid Pllumbaj ha dovuto combattere contro i pregiudizi e la sindrome di Dunbar. Oggi, a 31 anni, è a un passo dal rivedere la luce. E anche quel campo che tanto ama
“Mi davano gocce per dormire, ma il mio era un male reale”
Un anno di visite specialistiche in alcuni dei migliori ospedali del nord Italia, ma i responsi sono unanimi: “È tutto ok”. Ersid però non sta bene, per nulla. “La mia è una battaglia difficile da spiegare, perché ho dovuto far capire a tutti, anche alle persone a me più care, che il mio non era un male ‘immaginario’ come i medici mi volevano far credere”.
“Mi dicevano di andare da uno psicologo, mi davano delle gocce per tranquillizzarmi e dormire. Ma io non ero pazzo, il mio era un malessere reale non un problema mentale”. Soffre tanto, Ersid. Tantissimo. Il calcio ovviamente diventa solo un ricordo, a stargli vicino è la compagna Elora. Una battaglia vissuta in due, fianco a fianco contro un male che in realtà non era immaginario.
La scoperta della malattia: sindrome di Dunbar
Settembre 2020, Ersid Pllumbaj è stanco, quasi non ce la fa più. “Sono a Milano a cena con alcuni amici. Uno di loro, conoscendo la mia storia, mi dice ‘mio papà è medico, ti fisso una visita con lui’. Accetto, anche se ormai ero quasi rassegnato al responso”. E invece no, il problema finalmente salta fuori e la diagnosi è precisa: sindrome di Dunbar.
“Una malattia rara che riguarda il tripode celiaco, un voluminoso ramo arterioso. Senza entrare troppo nel dettaglio: è emerso che questa arteria è otturata al 50% e ciò mi crea spasmi, spossatezza e tanto altro. Tutti problemi che non mi hanno mai abbandonato in questi lunghi mesi”. Ma per Ersid Pllumbaj la luce in fondo al tunnel è vicina. “Intorno a fine aprile dovrei risolvere il tutto con un intervento chirurgico, poi finalmente – se il mio corpo reagirà bene – potrò tornare a giocare”. E a esultare.
Maurizio Ganz, il calcio e una rinascita vicina
Perché prima della malattia Ersid inseguiva il sogno di diventare calciatore. “Fino al 2015 ho giocato in Promozione, poi ho avuto l’opportunità di andare all’Ascona, Serie D Svizzera”. Allenatore? Maurizio Ganz, oggi alla guida del Milan femminile. “Mi ha dato fiducia, mi ha riempito di consigli. È stata quella figura che fino a quel momento era sempre mancata nella mia carriera”.
E che Ersid, finita la parentesi in Svizzera, segue alla Bustese, Serie D italiana. “Faccio 18 gol nelle ultime 17 partite. L’anno dopo passo alla Virtus Bergamo, sempre in D, e faccio altri 18 gol. Mi vogliono Monza, Giana Ermino, ma alla fine scelgo la Pro Patria in C”. Avventura non andata bene, ma Pllumbaj non è tipo che si arrende facilmente. “Torno in D all’Arzignano, segno 6 gol in 17 gare”. Poi il malore e quel buio che sembrava avergli offuscato il futuro. Che oggi, invece, è pronto a tornare luminoso. “Anche grazie al calcio e a quella forza mentale che mi sono costruito durante il mio dolore. Perché se c’è una cosa che ho imparata è che non bisogna mai smettere di crederci”. Mai, nemmeno per un secondo.