“Entra e mostra al mondo che sei più forte di Messi”. Parole di Joachim Low. 13 luglio del 2014. Al Maracanà fa caldissimo e Klose non ce la fa più. A bordocampo ecco il ragazzino, un Mario Gotze appena ventiduenne. Joachim gli stringe il mento con la mano per incoraggiarlo, lui risponde presente. Non spreca nulla a differenza di Higuain, Messi e di tutta l’Argentina. Gli arriva un pallone da Schürrle, lui lo addomestica con il petto per poi battere Romero con il collo del piede. Festa, apoteosi Germania. Per un attimo lui è il più forte, più di Messi appunto.
Quattro anni dopo, però, è cambiato tutto. Sì, perché nel frattempo Mario ne passa di tutti i colori. Al Bayern Guardiola e Ancelotti non lo vedono. Curioso paradosso per chi, solo un anno prima, era stato il secondo giocatore tedesco più costoso della storia. Quasi 40 milioni di euro lo paga il Bayern per sottrarlo al Borussia Dortmund. Lui rimpingua il suo palmares che, ad oggi, dice cinque campionati tedeschi, quattro Coppe di Germania, una Supercoppa europea, un campionato del mondo per club e un Mondiale. Però gioca poco e male. Colpa degli infortuni e di un metabolismo che fa i capricci. Svanisce il sorriso mostrato con tanto di maglia Nike addosso nella sala stampa di un Bayern marchiato Adidas nel giorno della presentazione. Prova anche a tornare a casa, al Borussia. Laddove è cresciuto, arrivando da bambino di appena nove anni e partendo da talento del futuro. Ci ha anche scritto un libro, “Il grande sogno di Mario”. Narra di un piccolo bambino che rincorre il suo sogno: giocare un giorno con la maglia del Borussia Dortmund. Una storia quasi autobiografica, anche se non definita così in modo ufficiale. Una storia che ha vinto il premio come miglior libro per bambini del 2017, alla quale però non può essere aggiunto il capitolo del secondo Mondiale personale. Due gol e sette assist in 32 presenze stagionali. Decisamente meglio rispetto ai due anni passati, ma non abbastanza per convincere Low, che non l’ha inserito nella lista dei pre convocati per la spedizione in Russia. Dal Maracanà al divano di casa, il calcio è tanto bello quanto crudele. Una delusione, senza dubbio. L’età dalla sua parte per riprovarci nel 2022. Avrà 30 anni, non sarà più un bambino prodigio ma un veterano.