Genoa-Samp? Macchè, è Entella-Spezia, è il derby della Liguria che sorride calcisticamente. Certo, con le dovute proporzioni, perché il blasone del ‘derby della lanterna’ è qualcosa di inavvicinabile ed eterno, ma anche il ‘derby del Levante’, soprattutto venerdì sera nell’anticipo del ‘Comunale’, avrà il suo perché. Dopo la stagione scorsa passata dalle genovesi a lottare per un posto in Europa League, raggiunto dal Genoa ma per diverse vicissitudini poi occupato dalla Samp, quest’anno, la massima aspirazione dei rossoblù e dei blucerchiati coincide una salvezza tranquilla.
Tifosi delusi: dalle premesse era logico aspettarsi quel salto di qualità, che tuttavia non si è materializzato. Invece, spostando lo sguardo un po’ più verso Levante e scendendo di appena una categoria… Ci sono tifosi liguri che sorridono, eccome! E chi l’avrebbe mai detto. Sopresi? Sì, decisamente più a Chiavari che a La Spezia, dove, dopotutto, in estate la squadra era stata allestita per puntare in alto. Per l’Entella, invece, si tratta di godimento puro, soprattutto dopo tutte le difficoltà incontrate nella passata stagione. Biancocelesti ora a quota 48; ‘aquile’ a 50: che sfida playoff sia. Stupore generale.
Due città separate da appena 68 km, così vicine ma così diametralmente opposte nello spirito: più riflessiva e tranquilla Chiavari; più caotica e simile alla vicina Toscana, La Spezia. Senza parlare dei due presidenti, Gozzi e Volpi, entrambi imprenditori di fama mondiale ed entrambi di fede doriana, amici nella vita di tutti i giorni ed accomunati dalla passione per la Pro Recco, storica società di pallanuoto, della quale rispettivamente l’uno è membro del CDA; mentre l’altro, detto anche ‘l’Abramovich italiano’, ne è Patron. Ma il ‘derby del Levante’ ha una storia molto più antica, soprattutto nelle categorie minori: tutto cominciò nel 1936, con la prima sfida tra le due squadre in serie C, conclusasi 3-0 in favore degli spezzini. Prima di vedere di nuovo questo match passarono poi ben 10 anni e la partita andò in scena al ‘Picco’, dove l’Entella registrò la prima storica vittoria nel derby.
Spesso lo Spezia si ritrovò a giocare campionati superiori rispetto a quelli in cui era iscritta l’Entella, ma per la prima volta, nella stagione 1963/64, la squadra di Chiavari riuscì ad arrivare davanti alle ‘aquile’ nello stesso campionato, piazzandosi al primo posto in Serie D. L’apice della rivalità è riscontrabile sicuramente negli anni ’80 quando, a causa del “tradimento” di un certo Giampiero Ventura, ai tempi allenatori dei biancocelesti che, dopo aver riportato la società di Chiavari tra i professionisti decise di trasferirsi nel ‘Golfo dei Poeti’, l’attrito tra le due tifoserie raggiunse il massimo storico. Ventura, nell’occasione, portò con sé a La Spezia anche Luciano Spalletti, uno dei giocatori più rappresentativi della squadra di allora che poi sarebbe diventato anche un discreto allenatore, ma questa è un’altra storia. Così, avvicinandoci passo per passo verso il presente, arriviamo agli anni 2000, precisamente nel 2008, quando le due società, dopo diverse stagioni, tornarono ad affrontarsi in Serie D.
Passeranno poi altri 6 anni prima che si possa rigiocare un ‘derby del Levante’, ma ciò accadrà nel prestigioso palcoscenico della Serie… B! Spazio alla storia moderna. La stagione 2014/15 coincide infatti anche con la prima storica partecipazione dei ‘Diavoli neri’ alla B e, dopo aver perso 1-0 al ‘Picco’ grazie al gol di Catellani, al ritorno portano a casa i 3 punti, vincendo per 2-0 tra le mura amiche con l’indimenticabile doppietta di Nando Sforzini, all’esordio in maglia biancoceleste.
Ed ecco qua, la storia si fa contemporanea. Dopo lo 0-0 del ‘Picco’ nel girone d’andata, venerdì le due squadre si affronteranno a viso aperta in una sfida dal retrogusto dolce e sfizioso, dove un passato contraddistinto da difficoltà e stenti lascerà spazio ai sogni di due tifoserie che non hanno alcuna intenzione di abbandonare la dimensione onirica in cui si trovano. E allora Entella-Spezia… Che ‘derby del Levante’ sia, con lo sguardo rivolto ai playoff.
Alberto Trovamala