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Emanuele Pecorino, oro di Catania: “Sogno la Serie A con la mia città”

Mettete il sogno di un bambino di giocare a calcio fra i professionisti. Di farlo con la maglia della propria città, della squadra del cuore. Aggiungeteci la speranza di realizzare tutto ciò da protagonista, con un biglietto da visita che lasci il segno. Favola? No, non lo è. E' 'soltanto' la bellissima storia di Emanuele Pecorino da Catania, bomber e cannoniere rossazzurro di questo campionato 2020-2021. Catanese purosangue prodotto del settore giovanile del club, il centravanti classe 2001 ormai da diverse settimane è l'uomo del momento della squadra di Raffaele (in scia positiva da 5 turni).

"Ovviamente sono molto contento. Quando un attaccante fa gol c'è sempre tanto entusiasmo attorno a lui" sono le parole calibrate e mature con cui apre la nostra chiamata. Come se per lui quattro reti nelle ultime sette fossero la cosa più normale del mondo. Tutto questo, a soli 19 anni: "Sicuramente all'inizio mi sono dovuto impegnare parecchio per mettere in mostra tutte le mie qualità, – racconta l'attaccante a GianlucaDiMarzio.com – ma il duro lavoro ha ripagato". E i risultati si vedono: in termini realizzativi è il secondo classe 2001 migliore d’Italia dopo Elia Petrelli della Juventus U23 che ha segnato 5 reti.

Alto, strutturato, forte di testa e con un mancino educatissimo. Una bella prima punta che fa gol. Insomma, l'identick non è niente male. E non inganni il fatto che alla sua prima vera annata in prima squadra: nonostante la giovane età, di pagine nella sua carriera (e di reti) Pecorino ne ha già riempite parecchie.


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Sfruttare le chance: Pecorino non sbaglia gli esordi

Cominciate a tenere ben presenti alcune date. Il magic moment di queste settimane ne ha una ben precisa: 9 novembre 2020, esattamente un mese fa. Lo scenario è lo stadio "Renzo Barbera" di Palermo, Pecorino ha l'occasione di giocare la sua prima gara da titolare nel 'Derby di Sicilia' che ritorna dopo 7 anni: "Quando è uscito il calendario ho controllato subito quand'era il derby. Pensavo a quella partita da settimane, e giocare titolare dal primo minuto per me era una grande chance. Penso di averla sfruttata bene". Sembra proprio di sì, considerato il gol dell'1-1 sul finale che ha salvato i rossazzurri dalla sconfitta. E segnare la prima rete in carriera fra i professionisti con la maglia della propria città in un derby è la realizzazione di qualcosa di più grande di un sogno: "E' quello che tutti noi ragazzi inseguiamo sin da piccoli. Già di per sè giocare una partita così importante e sentita è stato motivo di grande orgoglio, io poi ho avuto anche questa fortuna di cominciare il mio cammino con un gol così speciale. Davvero fantastico".

Merito della fiducia dell'altro siciliano, mister Raffaele: "Mi fa stare bene. Giuste pressioni e parecchio aiuto. Io poi per come sono fatto cerco di non pensare alle difficoltà: quando entro in campo stacco con tutto il resto e penso solo a dare il massimo per me stesso e la squadra, ma il mister sicuramente mi dà delle sicurezze". Un po' come ha fatto Orazio Russo, catanese doc ed ex rossazzurro (vecchia bandiera del club oggi tecnico nelle giovanili), che è stato il suo mentore: "Mi ha allenato l'anno della Beretti, quando esordii in prima squadra. Mi martellava ma nel modo giusto. Cercava sempre di stimolarmi per farmi crescere e dare di più. E' quello che mi serve quando gioco a calcio".


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Ma facciamo un passo indietro, perchè prima di arrivare al derby e a questo periodo positivo, a Catania Pecorino aveva già fatto parlare di sè. All'esordio assoluto, un'altra data chiave: 7 aprile 2019, al "Massimino" la squadra dell'allora mister Novellino ospitava il Bisceglie. "Mi vengono i brividi quando ci ripenso. Per me quello è stato davvero un giorno indimenticabile, una partita che rimarrà dentro per sempre: ho fatto il mio esordio con questa maglia e abbiamo anche vinto con un mio assist. Ero veramente emozionato ma provavo a non pensarci… speravo così tanto di fare bene". Il definitivo 2-1 di Esposito infatti, arriva proprio su un guizzo di quel neoentrato diciassettenne, tanto sbarbatello quanto già, a sorpresa, spavaldo: "Prima di fare il mio ingresso c'era con me a riscaldarsi Rosario Bucolo (ironia del destino, altro catanese doc) 'Saro, andiamo a vincere questa partita' gli dissi. Ero carico a palla! Lui mi prese per pazzo, ma ancora oggi lo racconta a tutti".

Pecorino è fatto così: prendere o lasciare. In campo dà tutto, nella vita di tutti i giorni invece è un ragazzo semplicissimo: "Faccio quello che fanno i ragazzi della mia età qui a Catania: esco con gli amici, vivo la città normalmente. Ovviamente rispetto a qualche mio coetaneo faccio qualche sacrificio in più". Certo, perchè poi quando serve, in campo sa farsi trovare pronto. U' catanisi s'arrangia sempri, si sa. Come quando girava i tornei per essere chiamato dai club più importanti: "Io ho iniziato a giocare a 6-7 anni alla 'Trinacria', un'academy locale, ma già a quell'età spesso andavamo a giocare fuori città per farci conoscere. Non era per niente facile: considera che con me fra i '99 c'era anche Riccardo Sottil, ad esempio, che oggi è in Serie A. Lui è uno di quei ragazzi con cui sono cresciuto".

Alla fine però, le qualità emergono sempre. E il lavoro viene ripagato: nel 2010 passa nel settore giovanile del Catania: "Qui sono arrivato quando avevo 9 anni. A quei tempi ero soltanto un tifoso che andava allo stadio con la sua famiglia. Per Catania-Inter (3-1 nel marzo 2010) ero nella Nord. E' una delle prime partite che ricordo, ancora ero piccolo. Che vittoria pazzesca, quanta acqua presi… ma ne valse la pena!"


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Diventare grandi all'ombra dell'idolo Ibra

Figlio di Catania sì, ma non c'è solo o' liotru (l'elefante simbolo della città) nella storia di Pecorino. L'ottimo lavoro svolto fra le file del vivaio rossazzurro infatti, lo ha portato a guadagnarsi per ben due volte la chiamata del Milan. La prima è nel 2019, a Viareggio: "Arrivai infortunato, mi curai con loro e all'esordio al torneo segnai agli ottavi contro il Club Brudge. 1-0, gol mio. Fu fantastico, peccato che poi pareggiamo 2-2 e uscimmo ai rigori". Poco male, perchè neanche un anno dopo Peco-gol era di nuovo rossonero: lo scorso gennaio infatti, è passato in prestito al club di via Turati per altri sei mesi, portando nelle casse del Catania anche qualche migliaia di euro per l'onere dell'operazione.

A fine stagione il bottino raccolto è stato di 9 reti in 18 presenze: "Un'esperienza che mi ha fatto crescere sotto tutti i punti di vista: sia a livello calcistico che umano. In qualche modo, è stato il mio modo per diventare grande. La prima volta lontano da casa, in un città come Milano e in un club così importante… Ero contento ma allo stesso tempo non sapevo cosa aspettarmi: alla fine invece mi sono trovato benissimo grazie al club e ai compagni".


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E proprio alcuni di quei compagni, come lui oggi cercano di farsi spazio in prima squadra: "Ho un bellissimo rapporto con Daniel Maldini, giocavamo spesso insieme in attacco e ci trovavamo a meraviglia. Ricordo con piacere anche Soncin, Gabbia, Colombo… tutti bravissimi ragazzi che potranno avere un grande futuro".

Ma non solo gli under, perchè il baby-bomber catanese nella sua esperienza lombarda a suon di reti è riuscito a conquistarsi anche qualche convocazione fra i grandi: "La cosa che mi ha particolarmente colpito è stata l'umiltà di questi professionisti. Parlo sia dei calciatori che dello staff. Sono dei campioni ma lavorano ogni giorno come se avessero sempre qualcosa da dimostrare. E' un top club soprattutto per questo. E poi ti fanno sentire subito parte del gruppo: il mister mi ha accolto benissimo, i compagni pure. Nessuno lì ti fa pesare il fatto di essere un ragazzo agli esordi…"

Nessuno tranne… uno. Proprio lui, quello che ancora oggi è il centro indiscusso di questa squadra: Zlatan Ibrahimovic. Un campione che Pecorino ha avuto la fortuna di conoscere da vicino: "Un giorno per stimolarmi mi stuzzicò per tutto il pomeriggio in palestra. Borbottava pure su come facevo le posture… (ride ndr.) Capii subito che era un suo modo per rompere il ghiaccio. Lui è così, vuole che tutti quanti diano il 100% sempre. Del resto è il primo a farlo. Per questo motivo è un idolo: vedendolo giocare capisci perchè ha vinto tutto quello che ha vinto… è un leader lampante. E poi è davvero un animale! Ad un torello per poco non mi staccava una gamba per prendere la palla…" 

 


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L'obiettivo è "esultare" con la città

Rientrato da Milano, quest'anno era impossibile non tenerlo in rosa e puntare su di lui. E' quello che ha fatto la società, memore della già ottima stagione dell'altro catanese, Kevin Biondi. Due gioielli peraltro amici: "Con Kevin abbiamo un rapporto speciale che va ben oltre il rettangolo di gioco. Siamo cresciuti insieme e siamo amici da tantissimo tempo. La prime volte che abbiamo giocato insieme avevamo 9-10 anni, quindi…" Oltre loro, il club siciliano in questi anni ha prodotto altri profili interessanti che oggi militano in prima squadra (su tutti, Mario Noce e Khalifa Manneh). Merito del lavoro di un grande e rinomato centro sportivo: "Torre del Grifo è il nostro fiore all'occhiello. Sinceramente, guardando anche tanti altri centri sportivi che ho visitato in questi anni in Italia, credo che qui abbiamo a che fare con una vera eccellenza. Non merita assolutamente la categoria in cui si trova oggi il Catania".

E proprio il salto categoria non può che essere il prossimo obiettivo di Pecorino, che come sogno nel cassetto vorrebbe: "Una Serie A, è ovvio. Possibilmente con la maglia della mia città. Per quest'anno invece l'obiettivo è arrivare bene ai playoff, poi vedremo. Ma siamo fiduciosi perchè c'è davvero un bel gruppo con il giusto mix fra giovani e giocatori di esperienza"Una cosa è certa: serviranno i gol del 31. Ormai manca soltanto un'esultanza che diventi iconica. E al riguardo, per adesso sembra esserci un po' di confusione: "Quella volta al Viareggio esultai come Piatek, era la prima al Milan…" E contro la Cavese? Corsa e seduto a terra a fare yoga come Haaland: "Avevo visto alcuni video dei suoi gol il giorno prima e ho fatto una scommessa con i compagni! Piano piano troverò la mia esultanza: per ora ho voglia di divertirmi, cambierò partita dopo partita. Anche perchè facendo sempre una scommessa diversa magari… faccio gol tutte le domeniche!". A 19 anni, sicuramente il tempo non gli manca. Catania, nel frattempo, si gode il suo oro.

Credits foto: Calcio Catania

A cura di Marcello Mazzari