A guardarlo così, con il fisico asciutto, i riflessi di un ventenne e gli occhi pieni di speranze non sembrerebbe affatto il giocatore più vecchio ad aver mai giocato in un Mondiale. Eppure Essam El-Hadary oggi è entrato nella storia disputando l’ennesima partita della sua infinita carriera nella competizione che sognava di giocare da sempre. In patria lo chiamano ‘la diga’ perché tra i pali non è facile da superare e perché soprattutto non si fa abbattere dallo scorrere del tempo.
Lo ha dimostrato anche oggi, nella partita persa contro l’Arabia saudita: 45 anni e la voglia di un ragazzino. El-Hadary si è preso la storia ed ha parato anche un rigore, forse il più importante della sua vita. Aspettava da sempre questo momento, nel frattempo ha disputato più di 150 partite con la maglia dell’Egitto e vinto tre Coppe d’Africa diventando un vero e proprio monumento in patria.
Per El-Hadary l’età è da sempre stata solo un numero, ma non di quelli da sfoggiare sulla maglia, quello gli è successo solo una volta casualmente dopo il passaggio al Sion in Svizzera: “Avevo 35 anni e mi è stata data per una casualità la maglia numero 35, ma per il resto della mia vita, ho solo indossato il numero uno”. L’unico che conta per El-Hadary, che combatte ormai da tempo per dimenticare il passare degli anni.
Sembra riuscirci anche bene, perché l’unico elemento che tradisce i suoi 45 anni sono le sue mani, che dicono siano enormi e rovinate, con le nocche martoriate come fossero state prese a martellate. Mani che rendono l’idea della fatica che El-Hadary abbia fatto per stare sempre in cima.
Fin da bambino, quando suo padre sognava per lui un futuro da ingegnere. E per questo ogni volta che tornava a casa dagli allenamenti bruciava le maglie da gioco davanti ai suoi occhi fino ad arrivare a negargli i soldi per il bus che avrebbe dovuto accompagnarlo al campo. Attriti lontani, ormai dimenticati, tanto che la qualificazione al Mondiale El-Hadary l’ha dedicata proprio al papà ormai scomparso da tempo: “Era il sogno della mia vita”. Ha ripetuto spesso dopo la qualificazione che mancava all’Egitto dal 1990. L’ennesimo traguardo di una carriera che ha portato El-Hadary ad essere considerato una vera e propria leggenda.
Ha superato Mondragon e Milla, ha fatto meglio anche di Zoff. Ma la sua carriera potrebbe ancora continuare a lungo. Parola del preparatore dei portieri dell’Egitto, che ha scommesso che giocherà fino a 50 anni. Il suo segreto? Una dieta ferrea, allenamenti continui, un personal trainer e 20 minuti al giorno in una vasca piena di ghiaccio. Una vita per il calcio e una parata lunga 45 anni per un portiere che non vorrebbe mai smettere.