Immagini, attimi e flashback che appaiono nella mente. Il primo Dzeko con la maglia della Roma. I ricordi tornano indietro a quattro anni fa, oggi che il bosniaco sembra sempre più lontano. Le scene e l’ambientazione erano le stesse. Un Olimpico accaldato in versione estiva che vede la Roma per la prima volta in stagione. Allora come oggi, nella capitale arrivò una spagnola: quattro anni fa fu il Siviglia oggi il Real Madrid. I giallorossi che si presentano con il grande acquisto, il numero nove voluto da Garcia. Quell’Edin Dzeko che arrivava da star e riempì subito lo stadio.
Dopo tre minuti. Palla che arriva dalla fascia, un tocco per sistemarsi il pallone e poi il destro forte, senza preoccuparsi della precisione. Immagini e movimenti che si sono ripetuti oggi contro il Real Madrid, sempre nella stessa porta. In quella sera di quattro anni fa fu una pioggia di gol, finì 6 a 4 contro il Siviglia. Oggi 7-6, ma dopo i calci di rigore.
Primi quarantacinque minuti di intensità e grinta. Primo tempo dove la Roma prende le sembianze che vuole dargli Fonseca. Terzini larghi, difesa alta e pressing offensivo appena perso il pallone. E poi la prima punta: che di fisico e con qualità permette alla squadra di salire e di impreziosire l’azione. Per l’allenatore portoghese, in una sola parola: Dzeko.
È lui l’attaccante che Fonseca vuole per la Roma di quest’anno. Lo ha dimostrato ancora oggi, schierandolo ancora titolare. Quattro anni fa il suo benvenuto. Centottanta partite e ottantotto gol dopo Dzeko è sempre lì. In una partita sentita come la sua ultima apparizione all’Olimpico da giocatore della Roma, i tifosi hanno accompagnato l'uscita dal campo con il solito coro. Il bosniaco si è tolto la fascia da capitano, un saluto alla curva e una pacca sulla spalla di Fonseca. Un addio o un arrivederci, oggi come quattro anni fa Dzeko segna allo stesso modo, Fonseca spera continui a farlo in giallorosso.