Due gol alla Chapecoense e già tre scudetti nelle giovanili della Roma: Mirko Antonucci, il talento della Primavera giallorossa
Due gol nell’amichevole contro la Chapecoense e tante giocate impreziosite dalla qualità tecnica e la naturalezza di rendere facili le cose difficili. “Chi è ‘sto 48?“, chiedono dalla tribuna dell’Olimpico dopo qualche minuto e pochi palloni toccati. Mirko Antonucci, classe ’99 e da sempre giocatore della Roma. Contratto in scadenza nel 2018 e gli occhi del mercato su di lui. Europa, Italia e non solo, tant’è che forse pure Sabatini ci farà un pensierino. Quel Walter che gli ha messo l’ultima firma sul contratto e che ora ha lasciato Roma, direzione Inter.
Già tre scudetti vinti: Giovanissimi, Allievi e con la Primavera. Considerato un talento puro e uno dei giovani più promettenti in Europa. Figlio della cantera giallorossa. Nell’ultimo anno ha però abusato del suo talento, dimostrando meno di quello che prometteva. Ma oltre alle doti tecniche, serve la testa, quella per diventare un vero campione. Mirko ci ha lavorato, anche con mamma Lucia e l’agente Paolo Paloni sempre presenti nel suo percorso di crescita. Ma soprattutto con un personal trainer. Un’esplosione fisica, per chi se lo ricorda giovane e mingherlino con gli Allievi.
Di Francesco che nel ritiro estivo della Roma spesso lo ha indirizzato per modellarlo sul suo 4-3-3. Il suo ruolo? La risposta la darà l’allenatore della Primavera Alberto De Rossi nel corso della stagione. Un giocatore che deve essere libero di esprimere il suo talento, un trequartista istintivo, alla Kaka, che può fare bene anche da esterno vedendo con continuità la porta. Un altro campionato in Primavera per confermare le sue qualità e convincere la Roma. Un contratto in scadenza in questa stagione però, con la possibilità di poter firmare con altre squadre già da gennaio. Monchi nel corso dell’estate ha riconosciuto le qualità del giocatore. Lui che è un ricercatore di talento e che in questo caso potrebbe ritrovarselo dentro casa, proprio nella Primavera.
Ultimo step quello in Nazionale. Poco spazio per lui, nonostante i due mesi insieme alla prima squadra e la voglia di essere determinante anche in azzurro. Le luci che si accendono su altri millennials e meno su di lui. Duro lavoro, poche parole e la risposta lasciata al campo. Come contro la Chapecoense. Quella che doveva essere la partita del debutto di Schick, è stata la serata di Mirko Antonucci. Quello lì con il numero 48, il talento cresciuto a Trigoria, ma che vorrebbe mezza Europa.