Cori, abbracci e tantissime maglie e bandiere dell'Inter: per una notte Milano si tinge di nerazzurro. Tra le migliaia di persone davanti al Duomo per la festa scudetto forse avrebbe voluto esserci anche Federico Dimarco, uno che prima ancora di essere un calciatore è stato ed è un grandissimo tifoso. Il classe 1997 non l'ha mai nascosto, nato e cresciuto a Milano con l'Inter nel cuore.
"Ho cominciato ad andare a San Siro con mio zio e mio nonno - ha detto in un'intervista -, Avevo 2-3 anni. Da lì è iniziata la vera passione per l’Inter, quella che mi porto dietro fino a oggi. Giocare nella squadra per cui si tifa è una cosa bellissima, ma non è semplice. L’interismo è un fuoco che brucia dentro, senza mediazioni, viene in automatico". Proprio per questo per lui vincere lo scudetto deve essere un'emozione ancora più speciale.
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Dalla Primavera alla seconda stella: un percorso difficile
Ci sono talenti che esplodono da giovanissimi e lasciano subito il segno nel mondo del calcio. Dimarco non è tra questi. Dopo la trafila nelle giovanili dell'Inter, infatti, l'esterno italiano ha rischiato di perdersi tra prestiti e stagioni non entusiasmanti. Dall'Ascoli fino al Parma, passando per Empoli e Sion: il percorso del classe '97 non è stato semplice. Dimarco però non si è mai arreso e con rabbia e determinazione è tornato nella sua Milano.
Il punto di svolta è arrivato nella stagione 2020/21, quando in prestito all'Hellas Verona di Juric Dimarco ha sorpreso tutti con 5 gol e 5 assist. La stagione successiva l'Inter ha deciso di puntare su di lui, di tenerlo in squadra e dargli finalmente una possibilità. Dimarco non se l'è fatto ripetere due volte e a 24 anni ha realizzato il sogno più grande di qualunque tifoso: giocare per la propria squadra del cuore. Da quel giorno è diventato un punto fisso dell'Inter con 4 gol e 9 assist in Serie A nelle due stagioni successive, fino ad arrivare a quest'anno.
Inter, lo scudetto del giocatore-tifoso
Se l'Inter di Inzaghi ha vinto lo scudetto lo deve in parte anche a Federico Dimarco. L'esterno italiano è stato decisivo, giocatore totale in grado di attaccare e difendere come pochi altri in Europa. A dirlo sono i numeri: fin qui 5 gol e 6 assist, tra i migliori al mondo nel suo ruolo dopo Grimaldo del Bayer Leverkusen.
Ma il Dimarco-calciatore è solo una metà del suo essere interista. Perchè Federico ha fatto vedere in più di un'occasione il suo attaccamento alla maglia anche fuori dal terreno di gioco, diventando addirittura una sorta di capo ultras. Con il megafono in mano il classe '97 ha intonato cori insieme alla Curva, dimostrando apertamente la sua fede nerazzurra.
E non a caso al momento del rinnovo fino al 2027 ha rivelato: "Al me da bambino direi di credere nei sogni, perché i sogni portano lontano e aiutano a crescere. A me fortunatamente hanno aiutato a giocare nella squadra del cuore". Vincere lo scudetto della seconda stella da protagonista, un sogno chiamato Inter che è diventato realtà.