La pubblicazione Report Calcio 2016 della Federazione Italiana Gioco Calcio, curata insieme ad AREL (Agenzia di Ricerche e Legislazione) e alla società di consulenza PWC, di cui abbiamo illustrato alcuni aspetti in passato, fornisce anche lo spunto per sintetizzare i principali dati del sistema calcio a livello internazionale, da un punto di vista economico. All’interno del capitolo, oltre all’analisi dei principali campionati europei, viene considerato il confronto tra il calcio europeo e le altre più importanti organizzazioni sportive che operano nel business internazionale. Le informazioni presentate, che saranno necessariamente sintetizzate, permettono di contestualizzare il livello di sviluppo del calcio nei diversi scenari nazionali.
Lo studio, che prende in esame i dati del 2014, comprende l’analisi del fatturato aggregato del calcio europeo, includendo i ricavi delle 54 Federazioni calcistiche europee; il Conto Economico aggregato dei club europei partecipanti alle Prime Divisioni delle 54 Federazioni calcistiche affiliate all’UEFA (716 club); lo studio relativo alla struttura dei ricavi e dei costi; l’andamento del risultato economico; il confronto tra i dati delle Top Division calcistiche europee e quelli delle altre principali organizzazioni sportive mondiali.
Il fatturato aggregato del calcio europeo ha toccato nel 2014 i 21,6 miliardi di euro. Di questa cifra, il 73% è rappresentato dai ricavi delle 54 Top Division europee, il 17% dal fatturato dei campionati di Seconda e Terza Divisione e il restante 10% dai ricavi netti generati dalle 54 Federazioni calcistiche europee. Tra le 10 principali Top Division europee, l’Italia nel 2014 si posiziona al quarto posto per fatturato totale (1,7 miliardi di euro), superata da Inghilterra (3,9), Germania (2,3) e Spagna (2,0), davanti a Francia (1,5) e Russia (0,8). I diritti media rappresentano ormai per numerosi campionati la fonte principale di entrate (58% per l’Italia, 54% per l’Inghilterra, 51% per la Turchia e 48% per Spagna e Portogallo).
Fa eccezione la Germania, dove i ricavi dei media rappresentano, appena il 32% del totale, superati da quelli derivanti da sponsorizzazioni, advertising e altri ricavi commerciali, pari al 41%. I ricavi da gare sono rilevanti per Germania (21%), Spagna (20%) e Inghilterra (18%), mentre in Italia e Francia pesano soltanto per l’11%. Sul piano dei costi, si osserva come la voce più rilevante (il costo del lavoro) sia compresa tra il 50% e il 60% per Germania, Spagna e Inghilterra, mentre in Francia raggiunge il 65% e in Italia il 71%. Di conseguenza, il risultato netto complessivo è positivo per Inghilterra (196 milioni), Spagna (176 milioni) e Germania (48,6), mentre la Francia e l’Italia continuano a generare perdite (rispettivamente per 102 e 324 milioni di euro).
Dall’analisi dei dati emerge come la Federazione italiana rappresenti oggi un benchmark per quanto concerne il numero di dipendenti donne (pari al 45%) e la dimensione della trasparenza. Solo 14 Federazioni, tra le 209 affiliate alla FIFA, sono in grado di soddisfare tutti i requisiti rendendo disponibili i principali documenti di riferimento.
A livello internazionale, il calcio rappresenta il sistema sportivo benchmark; nelle prime 15 competizioni sportive con il maggior livello di fatturato si contano ben 9 campionati calcistici. La Premier League inglese rappresenta oggi dopo NFL e MLB il terzo campionato con maggior livello di ricavi mentre la nostra Serie A si colloca all’ottavo posto, preceduta dalla Liga, Bundesliga oltre che dalla NBA e NHL. Nelle prime 28 competizioni per club al mondo, per affluenza media per partita, ben 18 sono di calcio. La Bundesliga, con 43.526 spettatori medi, si posiziona al terzo posto nel ranking mondiale, superata soltanto dal football americano professionistico e di college, NFL e NCAA, ma precedendo la Champions League e la Premier League. La nostra Serie A, con una media spettatori di 21.586, occupa la sedicesima posizione ed è l’ultima fra le grandi leghe europee.