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Data: 09/02/2016 -

"Di Caprio? Non me lo scordo". Mazzitelli, vita "da cinema" tra Brescia e Sassuolo: "Io, De Rossi e l'idolo Gerrard"

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Popcorn, coca cola e un po' di relax. Tutti al cinema. Il film? Facile: The Revenant con di Caprio. Stavolta, però, il protagonista non è Leo, bensì Luca Mazzitelli. Telefono che squilla, è il Team Manager del Brescia: "Ma che fine ha fatto?" In ballo c'è il Sassuolo, trattativa serrata nelle ultime ore di mercato: "Avevo il silenzioso, non sentivo. Mi ha chiamato il segretario del club e non ho risposto, poi il Team Manager. Lì ho capito che si trattava di una cosa importante...".

Tanti saluti a Di Caprio e via in macchina: "So' annato di corsa in sede! Mancava un'ora alla chiusura del mercato, alla fine si è risolto tutto". E meno male, mannaggia a Leo! Incredibile, ma vero. Tutto stava per saltare. Infine, però, Sassuolo fu. Com'era il film? "Pensa, neanche tanto bello - racconta Mazzitelli in esclusiva su GianlucaDiMarzio.com - ero lì con tre compagni, me l'hanno raccontato loro. Ho visto solo la prima ora. non penso che lo rivedrò (ride ndr)".

Simpatico Mazzitelli, ventenne dal grande futuro e il sorriso sempre pronto. Oggi il Brescia (settimo a 38 punti ndr), in Serie B da protagonista. Poi il Sassuolo a giugno. Con la Roma sempre vigile col diritto di recompra. Scoperto dal ds Renzo Castagnini, Mazzitelli ha siglato 2 gol in 22 presenze. L'ultimo proprio sabato scorso, contro la Pro Vercelli: "Contento per la rete, ma alla fine è stata inutile. Non ha portato punti alla squadra. Ora veniamo da tre sconfitte di fila, dobbiamo rialzarci".

Testa alta, l'8 sulle spalle come quello del suo idolo, Steven Gerrard: "E' il mio modello, anche se da piccolino impazzivo per Kakà. Io come Steven? Eh, magari! Ora seguo anche Strootman e De Rossi". Già, capitan futuro. Un punto di riferimento ai tempi della Roma, quando il giovane Luca si affacciava in prima squadra: "Mi aiutato molto, gli devo tanto. Mi faceva domande, mi raccontava aneddoti, mi parlava spesso. Da un campione come lui non te l'aspetti. Faceva da chioccia a noi ragazzi provenienti dalle giovanili".

Torniamo a Brescia però, trampolino di lancio: "Mi hanno subito trattato bene, sinceramente non mi aspettavo di giocare così tanto e di riuscire a fare quello che ho fatto in questi mesi. Il nostro obiettivo è la salvezza, poi si vedrà. E' una società che valorizza i giovani: vedi Morosini, Lancini, Calabresi, Somma". Una sentenza a centrocampo, palla a "Mazzi" e la "metti in banca".

Tempi di gioco da regista, inserimenti. Stakanovista del pallone. Il quale, poi, nel tempo libero trova anche il tempo di studiare (ha frequentato il Liceo Classico, oggi èiscritto alla facoltà di Scienze della Comunicazione) e divertirsi con gli amici: "Ogni tanto vado a farmi qualche aperitivo, ma sono un tipo tranquillo. Esco coi miei compagni, poi sto sempre a casa a guarda' partite (ride ndr)! Sono un appassionato di calcio, vedo tutte le gare".

La famiglia lo segue ovunque, da mamma Paola alla sorella Ludovica. Passando per papà Massimo, caporedattore di Repubblica.it: "E' un giornalista, ma non mi ha mai fatto interviste - precisa Luca, ridendo - preferisce non mettersi in mezzo". Oro di Brescia Mazzitelli, merito di Boscaglia: "Devo ringraziarlo molto, mi ha fatto crescere dandomi fiducia. Mi sta insegnando tanto".

Infine la Roma, percorso fondamentale: dalle giovanili alla Serie A: "Giocavo al Centro Federale, poi Capezzone mi portò in giallorosso. Ho avuto molti allenatori, da Montella a Stramaccioni. Il primo mi teneva in considerazione nonostante fossi più piccolo rispetto agli altri, invece "Strama" era di un altro livello. Fortissimo. Infine ho avuto anche Tovalieri e Alberto De Rossi, ma il più importante è stato Alessandro Toti (oggi allenatore degli Allievi Nazionali ndr). Ha creduto in me quando avevo 13 anni, mi ha messo in mezzo al campo dandomi molte responsabilità. Oggi lo ringrazio".

E l'esordio in A di due anni fa? Genoa-Roma, un'oretta tra i grandi: "Mi allenavo con la prima squadra da febbraio, me l'aspettavo. E' stata una grandissima emozione". Poi l'esperienza al SudTirol lo scorso anno (24 presenze e un gol), la prima lontano da casa. Difficile, certo. Ma formativa: "La considero una tappa fondamentale per la mia carriera, mister Sormani è stato molto importante. Anche lui mi ha dato fiducia, voleva sempre che giocassimo la palla senza fare lanci. Inoltre lavorava bene coi giovani. Con lui sono cresciuto". E continuerà a farlo. Oggi a Brescia, domani a Sassuolo. Col pensiero, fisso, a Leo Di Caprio: "Non credo che me lo dimenticherò tanto facilmente (ride ancora").



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