Mostruso! Decisivo! Indispensabile! Sono questi gli aggettivi che si leggono, quando si parla di David De Gea, non solo in riferimento alle ultime parate del numero 1 del Manchester United. Il portiere spagnolo, infatti, ha letteralmente chiuso la sua porta nel match che ha regalato il sesto successo consecutivo alla squadra di Solskjær. Nessuno come l'allenatore norvegese, che è entrato nella storia del club inglese, superando sia il mito di Matt Busby, che quello di Sir Alex Ferguson. Certo, fondamentali sono state le parate dell'ex Atletico Madrid, che con i suoi salvataggi ha marchiato a fuoco i tre punti dello United, come sottolineato dal suo allenatore in conferenza stampa: "David è stato decisivo. È un calciatore eccezionale".
È d'obbligo però riavvolgere il nastro, e ritornare dove tutto è cominciato. Per Alex Ferguson, il Manchester United, era ed è più di una squadra. Una creatura, una religione, praticamente tutta la sua vita. È noto, come il manager scozzese che ha scritto pagine indelebili della storia dei Red Devils, abbia saltato soltanto tre match del suo Manchester United in 27 anni. Due per questioni di famiglia, quelle formali, obbligatorie. Una volta fu il matrimonio del figlio, un'altra il funerale della cognata. E la terza? Moglie, figli, famiglia? Niente di tutto questo. La terza fu per visionare David De Gea. Sì, nessuno scherzo.
L'aneddoto fu raccontato da Eric Steele, preparatore dei portieri del Manchester United targato Sir Alex, tempo fa sulle pagine del Mundo Deportivo: "Arrivai allo United nel 2008 e, già da quel momento, iniziavamo a prepararci per il giorno in cui Edwin Van der Sar si sarebbe ritirato. Io ero convinto che De Gea, a soli 19 anni, fosse il portiere ideale per sostituirlo. Mostrai un DVD di 3 minuti a Ferguson". Il manager scozzese, però non era convinto, quindi: "Lo obbligai, ad andarlo a visionare la sera in cui eravamo di scena in League Cup contro lo Scunthorpe. Fu la terza partita che Ferguson saltò del suo Manchester United". Il risultato? "Si convinse che De Gea fosse l’acquisto giusto al minuto 65. Dopo un buon match fece una parata mostruosa. Non ci pensò due volte e mi disse che l'avremmo acquistato"
Una storia visionaria, romantica, ma anche maledettamente concreta. Sembra essere la sintesi perfetta della carriera di Alex Ferguson, che spese 17 milioni di sterline per il giovanissimo diciannovenne, ora colonna del Manchester United. L'attenzione ai dettagli evidenziata in ogni sua decisione, e non solo, quell'amore per i Red Devils, che andava oltre il semplice sentirsi manager. Di certo il fiuto, nel caso di De Gea (ma non solo) è stato eccezionale.