La sua avventura all’Inter è stata breve e poco fortunata: solo 14 partite alla guida della squadra nerazzurra, che ha guidato da agosto a novembre del 2016, prima dell’esonero. Una delusione che Frank de Boer non ha mai dimenticato.
“Volevo cambiare l'intera struttura e la cultura, perché quel club non aveva vinto nulla per molto tempo. Mi sono completamente immerso in questo, volevo davvero lavorare con i giocatori. Avevo a che fare con un gruppo marcio, ma non mi è stato permesso di buttare fuori alcuni giocatori. In questo forse ho sbagliato, perché avrei dovuto spingere un po’ di più. Forse volevo essere troppo amico di tutti”, ha ammesso l’allenatore olandese, oggi alla guida degli Atlanta United in MLS, in un’intervista concessa all'Algemeen Dagblad.
L'MLS e le difficoltà al Cystal Palace
“Non ritengo che allenare in MLS sia un passo indietro per la mia carriera. Voglio dimostrare di poter fare acora bene farlo in un buon ambiente. Qui la società non interferisce. Dopo due fallimenti, diciamo, voglio riprendere le sensazioni che ho avuto all'Ajax”, ha proseguito de Boer. Che ha poi aggiunto: “Nella mia carriera da allenatore ho certamente fatto cose buone, ma devo anche guardarmi allo specchio. Alcune cose avrebbero potuto essere migliori”.
Dopo l’Inter, infatti, de Boer ha vissuto un’altra esperienza breve e poco positiva questa volta in Premier, al Crystal Palace. “Non andavamo male e sarebbe andata meglio se avessi avuto po' più di tempo a disposizione, ciò che non mi è piaciuto è avere un presidente che si sedeva troppo in panchina”, ha concluso l’olandese.