Davide Ancelotti si è raccontato in un'intervista al Corriere della Sera. Tra la finale di Champions imminente e i racconti del padre dentro e fuori dal campo, il figlio d'arte ha affrontato diversi temi. Tra cui anche quello dei pregiudizi nei suoi confronti.
Essere figlio di uno dei più grandi allenatori della storia, con cui collabora in qualità di vice dai tempi del Bayern Monaco, lo ha spesso messo di fronte all'accusa di essere un raccomandato: "Sono consapevole che ci siano questi pregiudizi, e sì, penso sempre di dover dimostrare qualcosa" ha dichiarato.
Bayern, Napoli, Everton e ora Real Madrid: quattro le nazioni in cui ha allenato Ancelotti jr. Dove ha trovato più pregiudizi? Davide ha la risposta pronta: "L’unica italiana dove ho lavorato: il Napoli. Ma credo sia legato al fatto che in Italia la parentela fa più rumore".
Il suo lavoro sul campo, però, non è di secondo piano: "Ho il compito, con lo staff, di sfidarlo continuamente, metterlo in discussione. Poi in allenamento gli do una grande mano con l’organizzazione". Per spiccare il volo da solo ci sarà tempo più avanti: "Quando mio padre smetterà. Ha detto che dopo il Real Madrid potrebbe finire. Per ora ce la godiamo".
Domani, sabato 28 maggio, si giocherà la finale di Champions, la quinta di Carlo Ancelotti. Un risultato senza precedenti: "Dire che non siamo favoriti è un azzardo. Abbiamo fiducia e rispetto". D'altronde, quando in panchina c'è uno dei migliori allenatori della storia tutto è possibile: "Il mio è un giudizio di parte. Ma quello che ha fatto mio padre è quasi impossibile".