C'era una volta una squadra destinata a perdere. Credenziali: poche. Soldi, anche meno: budget più piccolo del campionato, tredici volte inferiore a quello del Bayern, per dirne una. Profili di secondo piano, la maggior parte figli di una cavalcata arrivata da lontano. Quella del Darmstadt, piccola grande sorpresa di una Bundesliga che ha già sancito molto delle gioie e dei dolori di Germania. Una storia poco mediatica la loro, ma maledettamente piacevole. Il doppio salto in due anni, dalla Dritte Liga tedesca alla prima divisione, fino alla salvezza maturata sabato, alla penultima giornata di campionato. In pochi ci credevano, inutile dirlo.
Artefice di questo spettacolo Dirk Schuster, scattante 48enne appena alla terza avventura da allenatore. Senza curriculum ma con tante idee in testa, utili a plasmare una squadra che ha fatto del "Kämpfen und siegen" (lett. lottare e vincere) il suo credo inossidabile. Difesa di ferro e attacco spietato, con quel Sandro Wagner mai decisivo nelle grandi piazze (Bayern, Werder, Hertha) e rilanciatosi in gran stile nel piccolo mondo di Darmstadt. Un mondo che non ritrovava la Bundesliga da più di 30 anni, con uno stadio, l'am Böllenfalltor, che è un viaggio nel passato.
A gioire è anche - e soprattutto - un italiano: Luca Caldirola. Scommessa di Schuster, dopo un anno opaco al Werder Brema. Risultato: stagione da protagonista e neanche un minuto perso in campionato. Sempre presente, con la sua solidità che lo hanno di diritto inserito tra le sorprese della Bundesliga. Al suo fianco l'altro grande simbolo del club, il capitano Aytac Sulu: probabilmente lo ritroveremo anche con la Turchia agli Europei, perchè quei 7 gol da difensore centrale non possono essere passati inosservati. Una squadra di pesci piccoli, con un cuore enorme. L'ostacolo salvezza è superato, per una delle grandi favole di una stagione europea tra le più incredibili di sempre.