6 maggio 2021, è il 30’ di una semifinale di ritorno di Europa League tra Roma e Manchester United. Smalling si fa male e Paulo Fonseca inserisce il diciannovenne Ebrima Darboe. Paul Pogba si avvicina al giovane e gli chiede: “Ma è la tua prima partita?”, “No, no, ho esordito la settimana scorsa”. Personalità, qualità e sicurezza: non sembra che Darboe sia solamente alla sua seconda gara tra i professionisti. È l’inizio di un sogno.
Un sogno che si ferma nell’estate 2022, quando Darboe si infortuna al crociato ed è costretto a passare una stagione intera ai box. Ma Ebrima non è certo il tipo di ragazzo che si fa abbattere dalle difficoltà. Un prestito poco fortunato al LASK, “ma mi è servito per crescere” – racconta a Gianlucadimarzio.com – e la rinascita alla Sampdoria con l’idolo di sempre Andrea Pirlo. Il sogno riprende forma e ora Ebrima non vuole più fermarsi: “Non vedo l’ora di iniziare il ritiro e vedere cosa succederà. Tempo al tempo…”.
Dall’infortunio al LASK: come crescere nelle difficoltà
Estate 2022, la Roma inizia la seconda stagione con José Mourinho in panchina. Darboe è pronto a salutare i giallorossi per andare a giocare con più continuità, ma un infortunio al crociato cambia tutto: “L’infortunio è arrivato nel momento più importante della mia carriera. Quando mi sono infortunato c’era la possibilità di andare a fare esperienza in un’altra squadra in Francia. Nel frattempo, ho iniziato il ritiro con la Roma ma nella seconda amichevole mi sono infortunato. È stato molto difficile… devo ringraziare i miei compagni e soprattutto la mia famiglia, perché mi sono stati vicini in un momento molto duro e mi hanno dato tanta forza”.
Passare un’intera stagione lontano dai campi di calcio non è facile, soprattutto quando sei in un momento chiave della tua carriera. Ma Ebrima non si è lasciato abbattere e con il suo sorriso ha lavorato duramente per tornare a fare quello che più ama. Nell’estate del 2023, un anno dopo l’infortunio, arriva quindi il momento di rimettersi in gioco: “Il LASK si era interessato a me e sembrava la squadra giusta per ripartire. Però non è andata benissimo. Qualche infortunio mi ha frenato, non ero ancora guarito del tutto. Anche se non è andata al meglio, è stata un’esperienza importante, mi è servita per crescere e ho imparato molto”.
La rinascita alla Samp con Pirlo, l’idolo di sempre
Gennaio 2024, arriva un’altra svolta. La Sampdoria si interessa a Darboe: “Quando ho saputo dell’interesse della Samp, con il mio staff abbiamo fatto di tutto per andare lì. Conoscevo già benissimo la squadra e da subito ero felice ed entusiasta di iniziare questa avventura. Per poter andare alla Samp ho anche rinunciato a una parte del mio stipendio”. Alla Samp ha anche trovato un vero e proprio “maestro”, Andrea Pirlo, da sempre un idolo e un modello per Ebrima: “Era uno dei miei idoli quando giocava. Mi sono subito trovato benissimo con lui come allenatore. Mi ha insegnato molto ed è stato veramente un onore essere allenato da uno dei migliori centrocampisti della storia del calcio. Da piccolo mi ero fatto una foto con lui e appena sono arrivato gliel’ho ricordato (ride, ndr)”.
In blucerchiato, sotto la guida dell’idolo Pirlo, Ebrima torna protagonista e anche la Samp inizia la sua risalita in classifica. Conquistati i playoff, la Samp esce al primo turno contro il Palermo, ma in quella partita Darboe non scende in campo a causa di un risentimento muscolare: “Abbiamo fatto un grandissimo girone di ritorno. Peccato per come sia andata ai playoff… mi è dispiaciuto tanto non aver potuto giocare con i miei compagni contro il Palermo e lottare al loro fianco per raggiungere il nostro sogno. Purtroppo però avevo un piccolo infortunio… adesso mi sto già allenando e preparando per essere pronto per il ritiro estivo”.
E ora il futuro
Da un campione del mondo a un altro, da un grande centrocampista a un altro, da Andrea Pirlo a Daniele De Rossi. Darboe si prepara a “conoscere” il suo nuovo allenatore alla Roma, con cui però si è già allenato da compagno di squadra: “De Rossi lo conosco da quando ero in Primavera, perché spesso mi allenavo con la prima squadra. L’ho sempre ammirato e abbiamo avuto sempre un ottimo rapporto. Mi ricordo di tutti gli allenamenti con lui… mi auguro di riuscire a fare anche solo una piccola parte di quello che ha fatto lui in carriera. Era un vero leader, un capitano. Quando noi giovani ci allenavamo con la prima squadra, lui era sempre pronto a darci consigli e a guidarci, ci aiutava a essere integrati nel gruppo”.
Come Pirlo, anche De Rossi potrà dare consigli preziosi a Darboe, i due – però – non hanno ancora parlato del futuro di Ebrima: “In campo abbiamo un ruolo simile, può sicuramente aiutarmi molto. Non ho ancora parlato con lui del mio futuro. Se mi dovesse chiamare, ascolterò con piacere i suoi pensieri. Alla Roma è appena arrivato Ghisolfi, penso sia giusto dare loro il tempo necessario per valutare cosa fare”.
Il futuro di Darboe è quindi ancora tutto da scrivere e anche l’ipotesi di un ritorno alla Sampdoria è percorribile: “Io ho un contratto con la Roma. Tornare alla Samp ovviamente mi piacerebbe. Lì ho un bel rapporto con tutti e mi sono trovato molto bene. Ora però è giusto dare il tempo necessario alla Roma per decidere, poi si vedrà”.
Quel che è certo, è che – tornato protagonista e decisivo – Darboe vuole continuare a giocare e la sua prossima squadra – che sia la Roma, la Samp o un’altra – deve essere quella “giusta”: “Questo è fondamentale. Trovare l’allenatore giusto, la squadra giusta e poi sta a noi giocatori dimostrare quanto valiamo. Non vedo l’ora di iniziare il ritiro e vedere cosa succederà. Tempo al tempo…”.
Ebrima è consapevole che trovarsi “al posto giusto al momento giusto” è molto importante, ma ha anche chiaro in testa che tutto dipende dal suo lavoro. E con grande consapevolezza ammette: “Con Mourinho non ho giocato molto. O meglio, inizialmente giocavo abbastanza ma nella seconda parte di stagione meno. Abbiamo vinto la Conference League insieme. Lui è un allenatore con un grandissimo carisma e forse anche io potevo dare qualcosa in più. Però ero molto giovane. Oggi sarebbe diverso. Mentalmente mi sento molto cresciuto, sia come calciatore che come uomo. Due-tre anni fa ero un ragazzo”.
“Razzismo? Perché succedono ancora queste cose?”
Una consapevolezza che nasce anche dal percorso di vita di Darboe. Un percorso non semplice, ma che ha portato Ebrima a costruire qualcosa di importante: “Il calcio ha un ruolo molto, molto importante nella mia vita. Quando riesci a diventare un calciatore, il calcio ti dà una grande mano a livello economico, ti permette di aiutare tutta la tua famiglia e di fare grandi cose. Ho potuto aiutare i miei nonni, i miei zii, mia madre… questo è molto importante per me”.
Arrivato in Italia a 14 anni con una barca, dopo un viaggio durato quasi sei mesi, la vita di Ebrima è cambiata quando ha incontrato Miriam Peruzzi, scout che lo ha scoperto e “adottato”: “Io da quando sono arrivato in Italia, sono stato accolto benissimo, ringrazio sempre l’Italia e l’Arci, la Casa-famiglia che mi ha accolto. Lo Young Rieti è stata la mia prima squadra e mi ha accolto bene, mi ha fatto sempre sentire a casa. Poi ho conosciuto Miriam e la sua famiglia, mi hanno aiutato molto anche loro. Mi hanno insegnato tanto e mi hanno aiutato a integrarmi nella cultura italiana. Sono stati davvero importanti nel mio percorso”.
Un’accoglienza positiva che stona con quanto siamo ancora costretti a vedere in alcuni stadi, dove ancora oggi avvengono episodi di discriminazione e razzismo: “Perché succede? È una domanda veramente importante... Me lo chiedo anche io: ‘ma perché succedono ancora queste cose nel 2024?’. Sono senza parole... non voglio fare tanti commenti. Ma spero che le istituzioni competenti, come la FIFA e l’UEFA, riescano a intervenire nel modo giusto per risolvere questo problema, che dal mio punto di vista è di natura culturale”.
Parole che dimostrano ulteriormente quanto Ebrima sia cresciuto, dentro e fuori dal campo. Una nuova maturità per continuare a inseguire il proprio sogno: protagonista in campo e un calcio più genuino. “Tempo al tempo…”.