Dal maestro Zola alla rinascita Brest. A tutto Battocchio: “Mi ha chiamato anche… Higuain!”
10 anni nel settore giovanile del Newell’s Old Boys, poi Udinese, Watford, Virtus Entella e adesso Brest. Il mondo di Cristian Battocchio è tutto qui. In mezzo un Europeo giocato con la maglia dell’Italia Under 21 ed un rapporto con Gigi Di Biagio che a tutti gli effetti è diventato per lui un secondo padre.
“La nazionalità italiana la devo a mio nonno che è italiano ma vive in Argentina – racconta Cristian Battocchio a gianlucadimarzio.com – ma in Nazionale devo tutto a Di Biagio che mi è sempre stato vicino, anche nei momenti peggiore”. E l’Italia era indubbiamente del destino di Cristian che ha sposato un’italiana, ha vestito l’azzurro e ha trovato in Zola il primo vero maestro di vita e di calcio. “Mi ha aiutato tantissimo. Innanzitutto perché mi parlava in italiano e poi perché il suo gioco si adattava di più alle mie qualità. Meno calcio fisico, cosa che invece è una caratterista dell’Inghilterra, e più palla a terra”. Un amico, poi, sopratutto nei momenti più difficili. “All’inizio sono stato mesi senza giocare e lui mi stava sempre vicino. Mi parlava e mi aiutava a rimanere concentrato”. E poi c’erano quelle partitine… “A fine allenamento si fermava con i ragazzi che giocavano meno e giocava con noi: un ottimo modo per fare gruppo”.
Oggi il Watford è un bellissimo ricordo nella memoria di Battocchio che dopo la breve parentesi con la Virtus Entella, ha scelto di provare l’esperienza del calcio francese. A Brest ci ha impiegato poco ad ambientarsi, “Nonostante la lingua che continua ad essere un po’ un casino”, ammette con un sorriso. “Durante il ritiro con l’Udinese ho ricevuto il Brest mi ha fatto una bella proposta con un progetto importante. E poi mi piace provare altre culture e altri paesi”. E a giudicare dai risultati si direbbe che l’ambientamento è stato rapido. Ieri sera è arrivato anche il gol decisivo nella vittoria conto il Reims: tre punti fondamentali per conquistare la vetta della classifica. “Mi sento bene e qui mi hanno adottato fin dall’inizio, anche quando non ero al meglio, e mi hanno dato fiducia. Mi sento rinato”.
Rinato nella città dove è nato Gonzalo Higuain, mica male per un attaccante. “Quando sono arrivato mi hanno subito parlato del Pipita perché io non sapevo fosse nato qui. Ed infatti mi ha anche scritto Nicolas, suo fratello, per sapere se avevo bisogno di qualcosa e sapere come stavo”. Brest è una piccola città della Bretagna dove oltre al calcio c’è poco, “forse la pioggia, tanta pioggia”, aggiunge con un sorriso Cristian, “Ma si vive bene, la tifoseria è molto tranquilla”. Nostalgia di casa? “Solo un po’ per il cibo e per la lingua, perché anche se sono argentino, l’italiano è la mia seconda lingua”. Appena ha un paio di giorni liberi vola a Udine per fare visita alla fidanzata e alla sua famiglia.
Eccola l’Italia, che non ha mai abbandonato. Anche grazie al contributo ed alla fiducia che gli ha sempre dato Di Biagio, che lo ha fortemente voluto anche in Under 21. “Lui e Zola sono stati i due migliori allenatori da quando sono arrivato in Europa. L’ho sentito tante volte quando ero all’Entella e non era buon momento e mi ha sempre detto di stare tranquillo facendomi sentire la fiducia”. E alla fine di quella stagione è arrivata anche la convocazione per l’Europeo di categoria. “Magari adesso che l’Europeo è passato ci si rende conto di cosa è stato, cose che in quel momento lì non riesci a capire bene. Soltanto adesso rimpiango di non aver vinto quella competizione perché sono fuori età per rifarlo e c’è tanto rammarico”. Di Biagio da una parte ed i compagni dall’altra. “Ancora oggi mi tengo in contatto con Berardi e Benassi che fanno parte anche di questo nuovo ciclo. Belotti, invece, sta facendo benissimo in serie A, ma non mi stupisco: lui in allenamento è sempre andato a mille”.
Da Rosario a Brest, ma anche da Brest a Rosario, nel segno di un numero, quello che Cristian porta dietro le spalle. “In realtà non sono stato io a scegliere il 10. Prima ancora di arrivare qui tutti sui social me lo avevano affidato ed io l’ho accettato con grande piacere. E’ il numero di Messi, anche lui di Rosario e mio grande idolo fin da piccolo. Proprio come il Loco Bilesa che ci ha fatto vincere”. Adesso chi punta alla vittoria è proprio lui, Cristian Battocchio, che con i suoi gol vuole arrivare in Ligue 1 per sfidare Verratti e Thiago Motta, ma magari anche Balotelli: italiani di Francia che spera di ritrovare anche in azzurro, quella maglia che tanto ama e che tanto gli manca.