Una punizione tirata a perfezione al 90’, che vale tre punti, rischia di diventare il sogno per i propri tifosi e l’incubo degli avversari. Proprio così Milot Rashica, ala destra kosovara classe ’96 del Werder Brema, ha regalato tre punti ai suoi compagni in casa dell’Eintracht Francoforte. Ma il talento del giovane Milos, per chi tiene sempre gli occhi aperti sul calcio europeo, non è certo una novità del weekend. Anzi, questo ragazzo poco più che ventenne, ha già una lunga storia.
Nasce a Vushtrri, cittadina kosovara di nemmeno trentamila abitanti, dove il calcio è nato nel 1922, insieme al club cittadino, il KF Vushtrria. Dopo giocatori come Ujkani e Kuqi, nel 1996, l’anagrafe ha registrato il nome di Milot, che 16 anni dopo esordirà prima nel calcio professionistico kosovaro e poi nella Nazionale albanese, ( verrà convocato anche in quella maggiore da De Biasi, prima di decidere di indossare la maglia del Kosovo, ormai riconosciuto da UEFA e FIFA). La svolta della sua carriera avviene però quando lo nota Altin Lala, leggenda della Nazionale albanese ed ex capitano dell’Hannover 96. E’ lui che lo porta con sé prima in Germania e poi in Olanda. In terra tedesca i provini vanno male, ma non davanti allo staff del Vitesse, che lo acquista dal KF Vushtrria per 300mila euro.
L’ala destra convince ed è decisivo sia in Coppa d’Olanda che in Eredivisie, dove segna tre gol nelle prime nove di Campionato. Più noti al calcio italiano i due assist nella gara tra Vitesse e Lazio dell’anno scorso in Europa League. Ed è proprio il mercato italiano che lo segue: nella fattispecie il suo nome è stato accostato all’Udinese di Pozzo e soprattutto al Napoli di De Laurentiis, che nella stella kosovara avrebbe individuato il vice di Callejon. Ma oggi Milot è un tesserato del Werder Brema, innamorato della sua Nazione e, a quanto pare, delle punizioni da fuori area.