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Data: 10/03/2018 -

Dai gol a Buffon alla prima gioia in grigiorosso: Cremonese, è tornato Juanito Gomez

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Forse se lo aspettava, sicuramente lo voleva. Quando ha accettato Cremona e la Cremonese, un gol sotto la Curva Sud probabilmente se lo sarà immaginato. Juanito Gomez, dopo quattro mesi in grigiorosso (7 panchine e 15 minuti nel ko casalingo contro il Bari) finalmente ce l’ha fatta. Alla prima da titolare poi, anche se il suo rigore non è bastato. 1-1 allo Zini contro il Cittadella, il gol di Iori strozza in gola il sogno di Juanito. In un sabato particolare, dopo la scomparsa di Davide Astori (celebrato da quella Curva Sud che era stata la sua nel 2007-2008). Un sabato di calcio diverso, sentito, con una partita giocata ad armi pari, in cui emerge (in casa Cremonese) lo squillo, il primo, di Juanito Gomez. Dopo quasi sei mesi da svincolato, il pupillo del ds grigiorosso Giammarioli e tanto apprezzato dall’allenatore Tesser, è tornato al gol.

Lui che da ragazzino sognava di studiare Economia ma: “L’Italia ha cambiato i miei piani”, dopo l’arrivo al Ferentino (Frosinone) a 19 anni. Odiava psicologia, amava la matematica, ma il calcio è diventato il suo sport. E la sua vita, anche se ai tempi di Verona disse: “In Argentina non sono nessuno, però almeno la mia famiglia può vedermi in tv, cosa che non poteva fare quando ero in Serie C”.

L’umiltà prima di tutto. Ragazzo semplice, tranquillo e mai sopra le righe, Juanito torna al gol dopo un anno e mezzo, dal 28 agosto 2016. Sempre in Serie B, al Latina, con la maglia di quel Verona che l’ha fatto diventare uomo e calciatore importante. Dai due gol a Buffon in due stagioni consecutive (2013-2014 e 2014-2015) alla prima gioia in grigiorosso, dopo che non giocava una partita ufficiale da titolare dall’11 febbraio 2017. Un anno abbondante più tardi, eccolo lì, a giocare dal primo minuto. “L’avevo visto bene in settimana, ha risposto sul campo”, ha detto Tesser nel dopo-partita. Come dargli torto, vista la buona prestazione fornita dall’argentino. Gol a parte, vista la grande mobilità dimostrata e l’intesa con Brighenti, capitano sfortunato dopo l’errore dal dischetto nel primo dei due rigori concessi alla Cremonese. Sbaglia il 9, segna il 32, che torna finalmente a esultare dopo un anno e mezzo. Sotto quella Curva Sud che ora è casa sua, con una maglia nuova ma con la stessa passione di sempre. Perché a quasi 33 anni la voglia di fermarsi non esiste, anche se l’età avanza. Ma lui coi conti è sempre stato bravo, fin da ragazzino, così come a far gol. E ora non intende certo fermarsi, sperando di segnare portando punti pesanti in casa Cremonese.



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