Le ultime tre story di Instagram riassumono la nuova vita di Cristian Tello. La prima è un selfie in auto: è inizio novembre ma il termometro segna 34 gradi. Poi c'è il video registrato dalla tribuna di un campo da calcio, la partita è Al Fateh-Al Nassr Under 19. Infine una foto che ritrae un suggestivo paesaggio notturno, quello del monte Al-Qarah.
Da gennaio l'ex Barcellona, Fiorentina, Porto e Betis è un giocatore dell'Al Fateh. Nella scorsa stagione la squadra ha chiuso al sesto posto, quest'anno è una delle sorprese del campionato: ha battuto 5-1 l'Al Ahli di Firmino e Mendy e ora è quinta, davanti all'Al Ittihad di Benzema e Kanté.
L'intervista a Cristian Tello per gianlucadimarzio.com
"Il livello si è alzato e ci sono tante squadre competitive, non solo le big", racconta Tello in esclusiva a gianlucadimarzio.com.
Lo spagnolo si è trasferito in Saudi Pro League nel mercato invernale, il 25 di gennaio: "Giocavo a Los Angeles (nell'LAFC, la squadra di Chiellini, ndr), dove avevo un’opzione per andare avanti nel club, ma in quel momento per un problema di Fair Play la società non poteva avanzare una proposta di rinnovo contrattuale. A quel punto è emersa l’opportunità di venire qui in Arabia e non ci ho pensato un attimo".
Poche settimane prima Cristiano Ronaldo aveva firmato con l'Al Nassr, ma i vari Neymar, Koulibaly, Mané, Brozovic giocavano ancora con PSG, Chelsea, Bayern e Inter. Tello li ha anticipati tutti, anche grazie a degli informatori privilegiati: "La verità è che era una buona possibilità, avevo notizie di prima mano grazie ad alcuni amici che vivono qui, sapevo che il campionato era già in crescita e che sarebbe migliorato ancora. Loro lavorano in alcuni club sauditi e hanno contatti nella federazione. Mi hanno detto che sarebbero arrivati altri giocatori importanti. La mia è stata una decisione molto rapida, perché mancavano due o tre giorni alla fine del mercato. Oggi sono molto contento di averla presa".
Tello sul calcio arabo: "Gli stranieri hanno alzato la qualità"
Da pochi giorni si è saputo con certezza che l'Arabia Saudita ospiterà i Mondiali del 2034, essendo rimasta ormai l'unica candidata: "Posso giudicare lo sviluppo che c’è stato da quando sono qui, da gennaio. La crescita si nota moltissimo: tutte le squadre si stanno organizzando seriamente per quel che riguarda la struttura societaria, stanno tutti costruendo stadi nuovi… E poi avete visto che giocatori hanno comprato. Gli stranieri distribuiti nei vari club alzano la qualità, e rendono il campionato competitivo".
"La scelta di Veiga? Opportunità da non lasciarti sfuggire"
Uno di questi stranieri ha fatto discutere più degli altri, col proprio trasferimento. Ha 21 anni ed è un connazionale di Tello: "Su Gabri Veiga io la penso come Carvajàl. Non è l’unico giovane di talento qui in Arabia, ne stanno arrivando altri. Ha ricevuto un’offerta molto buona, ha firmato un contratto che ha “sistemato” economicamente lui e la sua famiglia. Quando scadrà il triennale che ha qui, sarà ancora giovane, avrà 24 anni e potrà tornare in Europa o andare dove preferisce. Credo siano opportunità che non puoi lasciarti sfuggire: nel calcio oggi sei al top e il giorno dopo non sei nessuno. Bisogna approfittare delle opportunità che ti capitano".
Com'è fare il calciatore in Arabia Saudita? "La nostra vita qui è diversa dall’Europa, la definirei più tranquilla", racconta. "Forse se giochi all’Al Hilal, all’Al Nassr, all'Ettifaq o negli altri grandi club l’esperienza assomiglia a quella dei club europei, anche perché hanno molti più tifosi".
Il suo club ha sede in un luogo unico a ovest del paese, Al-Mubarraz, nell'oasi patrimonio dell'Unesco di Al-Hasa. "L'Al Fateh ha comunque molti fan; la gente ti sta vicino, ma è anche molto rispettosa", assicura Tello. "Anche in Arabia c’è gente che vive per la propria squadra, per ora mi è capitato di incontrare solo tifosi che esprimono per te parole di sostegno. La principale differenza nella routine è che qui ci si allena sempre alla sera, per il caldo e il clima".
Al momento Tello non fa piani per il futuro. I grandi club europei sono il passato, così come il ruolo in cui è sbocciato, l'esterno d'attacco: oggi, a trentadue anni, fa la prima punta, e da febbraio a novembre ha già segnato undici gol. La parola che ripete più spesso è "tranquillità": all'Al Fateh ha trovato la sua oasi.