Programmazione, gioventù e sogni. La Cremonese di Pecchia è prima in Serie B trenta anni dopo l’ultima volta
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Occhio, intuito e programmazione. Con queste tre parole si può riassumere un progetto che funziona. Uno come quello della Cremonese di Pecchia, prima in Serie B dopo 23 giornate. Rivelazione. Si, ma non è un caso. È il risultato di un’organizzazione che ha radici lontane. Sono infatti cinque gli anni consecutivi in B, serie che mancava da 12 anni. Pianificazione del lavoro a lungo termine e cura dei dettagli, come principi cardine.
Fabio Pecchia, l’artefice di un vero e proprio capolavoro
“È stata la mano di Fabio”, verrebbe da dire parafrasando Sorrentino. La squadra Cremonese è prima in Serie B, ha il miglior attacco e la terza migliore miglior difesa. Capolavoro, ma guai a chiamarla favola. Pecchia è stato prima il vice di Benitez a Napoli e al Real, poi ha scelto di mettersi in proprio. Apprendistato finito, adesso la consacrazione dopo la gavetta. Prima l’Hellas, poi un’esperienza in Giappone all’Avispa Fukuoka, una Coppa Italia Serie C con la Juventus U23 e ora la Cremonese. Arrivato in punta di piedi, con la capacità di toccare le corde giuste e stimolare la squadra. Empatia, fiducia e il modulo giusto: quel 4-2-3-1 che sta facendo impazzire le difese di tutta la B. Giocano tutti, da Zanimacchia a Bonaiuto a Baez e Rafia, e fanno tutti bene.
Il mercato di gennaio ha dato poi la spinta decisiva alla squadra. Ottimo il lavoro del direttore sportivo Giachetta e di Ariedo Braida. Acquisti ragionati, funzionali e mirati. Dall’esterno tunisino Rafia a Cedric Gondo. Sono arrivati da poco più di un mese e si sono subito integrati all’interno del progetto. Soprattutto l’ivoriano. Due assist all’esordio contro il Monza, gol nell’ultimo turno contro il Parma. Decisivo. Anche se Pecchia non regala niente a nessuno, gioca chi sta meglio e chi convince di più. Le alternative sono tante in tutti i ruoli e non esiste che qualcuno abbia il posto assicurato. Tutti vanno a mille e in campo si vede. Forza del gruppo.
I baby della Cremonese diventano grandi. Mancini guarda e sorride
Carnesecchi, Okoli, Fagioli e chi più ne ha più ne metta. I baby della Cremonese sono tanti e stanno vedendo fuori piano piano. Loro sono quelli scelti da Mancini per lo stage. Li ha osservati, studiati e alla fine convocati. Segnali importanti, nonostante la categoria. E il primo posto in campionato certifica che le scelte non sono casuali. Ma non sono gli unici. Dagli esterni Rafia e Zanimacchia, all’estro di Gaetano fino al terzino goleador Valeri. Tanti giovani e di prospettiva. Il mancio può sorridere.
Trent’anni dall’ultima volta
Trenta. Sono gli anni che sono passati dall’ultima volta che la Cremonese era al primo posto in Serie B. Allora era il 1992/1993 e in panchina c’era Gigi Simoni. In quel caso fu promozione diretta, che coincide anche con l’ultima apparizione della Cremonese in A. Pagine di storia. Arrivarono secondi dietro la Reggina, ma poco importa. Quel che conta è il risultato. Oggi per gli uomini di Pecchia la situazione è la stessa. L’obiettivo deve essere continuare così, con la spensieratezza della gioventù e con licenza di continuare a sognare.