Voglia di rivalsa, fiducia nei propri mezzi ed una determinazione fuori dal comune, che solo un ‘pirata’ come lui può avere. E perché no, anche un po’ di raffreddore perché “Qua al nord è impossibile non prenderselo”. Non stiamo parlando di una comune storia di pirati, ma di un pirata che vuole entrare nella storia, quella calcistica ovviamente. E non si tratta nemmeno di Barbarossa, Calico Jack, Barbanera o Jack Sparrow perché, dopotutto, certi personaggi sarebbe meglio non scomodarli. Il corsaro in questione è Fabio Borini: il suo Jolly Roger non è una bandiera raffigurante un teschio, ma la maglia del Sunderland e la ricerca del forziere colmo di oggetti preziosi, per lui, può essere semplicemente equiparata alla fame di gol. “Certo, amo il mio soprannome – rivela in esclusiva l’attaccante a Gianlucadimarzio.com - Lo devo alla mia esultanza, con la mano in bocca a mo’ di ‘coltello tra i denti’, ma se dovessi segnare nel derby col Newcastle ho già in serbo una sorpresa!”.
Simpatico, Borini. Ragazzo tranquillo e con la risata sempre pronta, che al pub coi compagni preferisce i libri thriller o di fantascienza ed i viaggi in giro per l’Europa con la moglie. Ma sempre sul pezzo, con le idee ben chiare: “La salvezza dipende da noi. Adesso abbiamo due scontri diretti con Newcastle e Norwich e saranno fondamentali. Io sono venuto qua per rimanere in Premier League e lotteremo fino alla fine. Ma…”. Pausa di qualche secondo. La voce cambia tono, facendosi più marcata e decisa: “Punto in alto: voglio la salvezza col Sunderland e l’Europeo con la Nazionale. Darò tutto me stesso per conquistare la maglia azzurra: è una promessa. Devo sfruttare a mio favore la poca costanza che stanno avendo in questa stagione gli attaccanti italiani. D’altronde, non ci sono più i Del Piero, Totti, Vieri e Inzaghi di una volta. Quindi, ciò dà più possibilità a tutti e sono certo di essere nel giro della Nazionale, perché mi arriva sempre la lettera di pre convocazione. Qualcosa vorrà dire”.
E che grinta. Dalla voce si percepisce, per quella maglia azzurra farebbe follie. “Aspetto sempre fino all’ultimo prima di prenotare le vacanze (ride, ndr)! Ci spero eccome. 4 anni fa quando fui convocato mi rasai i capelli, ma se dovessi andare in Francia sono pronto a fare un’altra scommessa, anche se ce n’è un’altra già in ballo con mia moglie, ma non la posso rivelare – ride di nuovo - E se devo dirla tutta… Mi vedrei bene in coppia col mio amico Destro! Abbiamo grande intesa dentro e fuori dal campo. Non succede, ma se succede…”. Nazionale? Perché no anzi, Why not.
Dopo tanti, troppi infortuni finalmente Borini ha ritrovato quella continuità di prestazioni e di minuti che negli ultimi anni era mancata: “Il trasferimento dalla Roma al Liverpool mi ha condizionato molto in negativo. Non è stata la scelta giusta e mi aspettavo più considerazione da Rodgers. Ma di tornare in Inghilterra, quello no, non me ne sono mai pentito. Ora sto facendo bene, ho ritrovato il gol e mi sento in forma. Poi questo è il campionato che fa per me per come è vissuto, con meno violenza, più spensieratezza e grande intensità. Lavoro tranquillo mentalmente. Anche se ammetto di essere stato vicino a tornare in Serie A, ma non è mai stato la mia priorità. Secondo me se Conte venisse in Inghilterra farebbe bene, perché il Chelsea è una squadra che ha avuto una grande tradizione di allenatori internazionali e per l’intensità che mette nel suo calcio sarebbe ben visto. Basta che non stravolga troppo lo spogliatoio, gli inglesi sono molto tradizionalisti… E il gioco è fatto. Poi, gli allenatori italiani fanno la differenza. Guardate Ranieri: ovvio, non immaginavo che lottassero per il titolo, ma sapevo che avrebbero fatto bene. Tra i tanti, hanno un giocatore fondamentale: Kantè è un lavoratore silenzioso che sta facendo le loro fortune. Tra l’altro, presto ci giocheremo anche contro, speriamo in bene...” E via, con un’altra risata.
Tanta ammirazione per il Leicester, ma nemmeno troppo stupore. E come dargli torto… Dopotutto, in qualche squadra davvero niente male ci ha giocato anche lui: “Che giocatori al Chelsea, alla Roma e al Liverpool. Due dei più forti con cui ho mai giocato sono sicuramente Totti e Suarez: Francesco la palla te la nascondeva e pensate che mi dicevano quanto il Totti dell’anno dello scudetto fosse ancora più forte; Luìs, invece, in campo era insopportabile, in senso buono: un predatore, anche in allenamento era come lo vedete in partita. Meno male che non sono un difensore, se no che dolori… Purtroppo non mi sento più molto coi miei ex compagni. Però i miei ex allenatori Ancelotti e Luis Enrique li risentirei molto volentieri anzi, se mi dovessero chiamare andrei da loro ad occhi chiusi! Mica male Barcellona e Bayern…”.
Umore allegro. Risata contagiosa. Si percepisce che le prestazioni ed il lavoro sul campo stanno ripagando alla grande. Infine, sempre in tema di risate, qualche aneddoto: “Qui a Sunderland sono ‘plumoni’, come dicono a Bologna: hanno il braccino corto! Pensate che una volta al mese facciamo una sfida ed il compagno che per ultimo colpisce la traversa paga shampoo e bagnoschiuma per tutti, perché se no ce lo rubiamo sempre. Questo mese ero troppo raffreddato ed allora ho deciso di non sottopormi nemmeno alla sfida, ma di pagare direttamente io per tutti”. Borini coi ‘black cats’ corre, lotta, segna. La grinta non gli è mai mancata, la voglia di stupire nemmeno. E chissà che il giusto riconoscimento possa già arrivare con una convocazione per le amichevoli del 24 e 29 marzo, rispettivamente contro Spagna e Germania. Quel che però è certo è che è un ‘pirata’ atipico. Perché? Tra un forziere contenente un tesoro ed una convocazione ad Euro2016, non avrebbe alcun dubbio riguardo a cosa scegliere.
Alberto Trovamala