Leggenda narra che le quattro notti che precedettero la sfida tra Messina e Como, gara che nel 2004 regalò la storica promozione in Serie A ai giallorossi, lui le trascorse insonne. “E’ vero, riposavo al massimo 30/40 minuti durante il pomeriggio, ma la notte proprio non ci riuscivo. Per me quella era la partita della vita, della svolta: scesi in campo che sembravo un pazzo, correvo ovunque”. Poi al triplice fischio la promozione, una gioia immensa. Carmine Coppola di quel Messina era l’anima, il guerriero instancabile, prima ancora di diventarne – negli anni successivi – il capitano e il simbolo. Già, la Serie A. “Ricordo l’esordio a Parma, finì 0-0, fu l’unica volta in vita mia nella quale le mie gambe tremarono dall’emozione. Ma quelli furono anni magici, pieni di ricordi meravigliosi: il successo contro la Roma, la vittoria sul Milan a San Siro. Le sfide con la Juventus…” racconta in esclusiva a GianlucaDiMarzio.com Carmine Coppola, ex centrocampista del Messina.
“La verità sulla lite con Ibrahimovic”
L’uomo che ebbe il coraggio di sfidare Ibrahimovic: perché basta scrivere il suo nome su Google e al primo posto tra i risultati della ricerca appare quell’immagine di Carmine Coppola con le mani sul collo di un giovane Zlatan ancora in maglia bianconera. “Io entrai in maniera abbastanza dura, lui mi disse qualche parolina di troppo e…” gli animi diventarono roventi, aggiungiamo noi. “Ci tengo a precisare una cosa: si trattò di un episodio di campo – prosegue Carmine Coppola – che nacque e si concluse lì, uno scambio di vedute: poi nello spogliatoio ci siamo chiariti tanto che negli anni successivi ci siamo incontrati altre volte e ci siamo sempre salutati e fermati a parlare. Per me lo spogliatoio è sempre stato qualcosa di sacro, un luogo inviolabile: quando sento parlare di ‘spifferi’ mi rendo conto di quanto sia cambiato il calcio”. Certo però che sfidare in quel modo Ibra… “Non ho mai avuto paura di niente e di nessuno in vita mia. Ritengo Zlatan un fenomeno, un alieno: uno dei più forti attaccanti del mondo e un professionista esemplare”, prosegue Carmine Coppola.
“Oggi gestisco la Scuola Calcio Football 24. Sul Messina...”
Coppola che dopo il ritiro dal calcio giocato avvenuto nel 2012 decide di stabilirsi a Messina, quella che ormai per lui – napoletano di nascita – è diventata la sua seconda casa. “Oggi gestisco una Scuola Calcio in città, la Football 24, porto in giro i ragazzi più bravi e spero di aprirgli la strada verso una carriera importante. I miei giocatori poi li metto in contatto con Marco Sommella (agente, ndr), li faccio parlare con lui, poi ovviamente sta a loro decidere, io gli do priprità: questo perchè è una delle persone migliori che ci sono oggi nel mondo del calcio. Poi – prosegue Carmine Coppola - sono il direttore tecnico del settore giovanile del Camaro, società che milita in Eccellenza: qui si fa il calcio che piace a me, si lavora bene, c’è programmazione. Oltre il calcio? Mi dedico a mia figlia Annalisa di 10 anni, lei è tutta la mia vita”. Discorso diverso invece per il Messina, che oggi milita in Serie D: “Fa tenerezza vedere la squadra così. I proprietari attuali sono gente per bene, seria, ma solo la passione non basta. Io mi auguro che questo club torni in categorie importanti: lo merita questa città, lo merita questo popolo, lo meritano questi straordinari tifosi”, ammette Coppola. Sempre pronto a dare a mano ai colori giallorossi: “Io Messina ce l’ho nel cuore, se in un futuro ci saranno le condizioni io sarei pronto a mettere a disposizione la mia esperienza. Negli ultimi anni però la mia idea di calcio è stata completamente diversa rispetto alle proprietà che si sono susseguite al vertice del Messina. Ma se in futuro ci saranno le condizioni non ci penserei un attimo”, firmato Carmine Coppola. Uno che di certo non ha paura delle sfide. Per conferma, chiedere pure a Zlatan Ibrahimovic.