Nelle ultime ore, a neanche un mese dall'inizio ufficiale della Coppa d'Africa 2022 in Camerun, sono trapelate tante novità riguardanti la possibilità di un annullamento (o slittamento, magari) della competizione africana. In primis, a farla da padrona, è ancora il Covid.
L'ECA (ovvero l'Associazione Europea dei Club) ha minacciato l'organizzatrice dell'evento, la CAF, di non far partire i giocatori che giocano in Europa per via di alcuni dettagli importanti - in tempo di pandemia - ancora da sistemare.
"A nostra conoscenza, la Confederazione calcistica africana non ha ancora reso pubblico un protocollo medico adeguato per il torneo, in assenza del quale i club non potranno liberare i propri giocatori”, questo è ciò che si legge in una mail dell'ECA inviata lo scorso venerdì alla FIFA.
Coppa d'Africa, l'ECA batte il chiodo su un dettaglio fondamentale
Non c'è, però, solo la mancanza di un protocollo sanitario valido per il torneo, che si dovrebbe svolgere dal 9 gennaio al 6 febbraio. Infatti, l’ECA sottolinea - nella stessa mail - come i giocatori dei club europei rischino di "restare fuori" più a lungo rispetto a quanto previsto per via di “quarantene e restrizioni varie di viaggio”. Queste, poi, sono attualissime perché legate all'insorgere della variante Omicron del virus.
La stessa FIFA, a partire già dall’agosto 2020, sottoscrisse come i club avrebbero potuto trattenere i propri giocatori qualora si fosse incappati in una "quarantena obbligatoria, di almeno cinque giorni dall’arrivo nel luogo dove si dovrebbe giocare la partita, o presso la sede del club al suo ritorno”. L'ECa continuerà a battere su questo chiodo per far valere le sue ragioni e tutelare i club europei, anche nei confronti di un organo continentale.