Non c’è più posto sulla Lorenzeta. Questo il nomignolo diventato virale sui social per la nazionale colombiana, prendendo spunto dalla Scaloneta dell’Argentina. Dopo la mancata qualificazione a Qatar 2022, los Cafeteros sono ripartiti con l’arrivo in panchina di Néstor Gabriel Lorenzo, 58enne argentino con un passato anche in Italia da difensore del Bari.
“Dobbiamo pensare di non essere inferiori a nessuno e di riportare la Colombia al vertice”, le dichiarazioni di Lorenzo al momento della sua presentazione nel dicembre 2022. Dalle parole ai fatti. Oggi, la Colombia è l'unica nazionale al mondo a non aver perso nessuna delle ultime 21 partite, 18 con l’argentino in panchina fatte da 13 vittorie e 5 pareggi. Dalla vittoria sul Guatemala fino a quella al Civitas Metropolitano contro la Romania, per la prima volta nella storia dopo il precedente a USA 94, in mezzo altre prime volte, come i successi contro Inghilterra e Spagna in amichevole, oppure come la vittoria nelle Eliminatorias contro il Brasile.
Per Lorenzo si è trattato di un ritorno in Colombia. Infatti, dopo il ritiro da giocatore, il classe 1966 ha lavorato per quasi 20 anni al fianco del Profe Pekerman, che lo aveva conosciuto nel settore giovanile dell’Argentinos Juniors. Nel 2021, Lorenzo ha avuto la prima esperienza alla guida dei peruviani del Melgar, con il raggiungimento degli ottavi della Copa Sudamericana e la vittoria dell’Apertura dopo 8 anni, nonostante lo scetticismo iniziale.
Un campionato festeggiato mostrando le foto della Vergine di Luján e della Vergine di Chapi di Arequipa che aveva nel quaderno degli appunti, a confermare la sua grande fede religiosa. Ma anche la scaramanzia, visto che nelle partite importanti ha sempre indossato la camicia granata diventata poi un portafortuna. La stessa che ha sempre usato da ct dei Cafeteros, sotto un abito nero. “Quando ho iniziato ad allenare mi piaceva questa combinazione. E ora ho diversi abiti e camicie uguali, quindi mi vesto sempre allo stesso modo”.
Una serie positiva di risultati che si può sintetizzare con la chiamata di nuovi giocatori e con la restituzione di un ruolo da protagonista a una figura come James Rodriguez. El Bandido oggi gioca nel Sao Paulo in Brasile e con la 10 sulla schiena è tornato il play della Colombia, con al fianco i muscoli di Lerma e la corsa di Richard Rios, classe 2000 del Palmeiras. La stella però è Luis Diaz. Da esterno sinistro, El Guajiro è l’uomo che crea i maggiori pericoli in attacco, mentre a destra in assenza di Cuadrado, il 26enne Arias del Fluminense ha dimostrato di saper dare equilibrio. In difesa, il punto di riferimento è Lucumí del Bologna, con Yerry Mina, Cuesta e Davinson Sanchez che si sono alternati al suo fianco. Sulla fascia sinistra si sono alternati Machado del Lens e l’ex Atalanta Mojica, mentre a destra il titolare si chiama Daniel Munoz del Crystal Palace, autore del gol decisivo contro la Spagna.
Con in porta il 35enne Camilo Vargas, per Lorenzo resta da definire il centravanti in ottica Copa América, visto che si sono alternati Santos Borré, John Cordoba del Krasnodar, Cassierra dello Zenit e il giovane Durán dell’Aston Villa. Tra i giovani convocati ci sono poi il centrocampista Gustavo Puerta del Bayer Leverkusen e l’esterno Yaser Asprilla del Watford, autore di 2 gol nella prima e nell’ultima partita dell’era Lorenzo. Anche loro potrebbero essere protagonisti in estate nella Copa América, trofeo che la Colombia ha alzato solo una volta nel 2001, ma con questo presente può essere considerata tra le principali candidate per la vittoria finale.