Nome: Massimo
Cognome: Coda
Altezza: 184 cm
Capelli: castani
Occhi: castani
Segni particolari: specializzato in promozioni!
La carta di identità di Massimo Coda dovrebbe essere aggiornata così. Perché per la terza volta in quattro anni, l’attaccante (oggi del Genoa) è stato protagonista del salto in alto più desiderato del calcio italiano.
"Voglio dimostrare di essere un giocatore da Serie A"
Il signor Wolf risolveva problemi, il signor Coda ti porta in serie A. Lo ha fatto con il Benevento (2019-20), con il Lecce (2021-22) e ora con il Genoa, mettendo a segno altri 10 gol della sua carriera: tutti buoni per tagliare il traguardo addirittura con due giornate di anticipo.
«Spesso mi mettono l’etichetta di “giocatore di B” e ammetto che è brutta, ma sotto sotto è una cosa che mi piace. Perché la squadra che vuol vincere il campionato a inizio stagione si affida a me», racconta a Gianlucadimarzio.com. «E devo dire che per fortuna ho sempre o quasi fatto campionati per vincere. Perché mi piace lottatore sempre per vincere».
Quest’anno - come ai tempi del Benevento - l’impresa è arrivata con un ex attaccante in panchina: lì c’era Pippo Inzaghi, ora è arrivato Alberto Gilardino. «Avere un allenatore che è stato un grande attaccante ti aiuta. Gilardino è stato bravo a prendersi la squadra in corso e a farci remare tutti dalla stessa parte. Quanto ai consigli, lui era un fenomeno nell’attaccare la porta e mi spinge sempre a farlo anche io».
A proposito di Inzaghi: il suo segreto era la dieta. «Io alla pizza non rinuncio, e manco alla mozzarella. Però cerco di gestirmi nel modo migliore. Oramai mi conosco e so cosa posso chiedere al mio fisico. Una cosa è certa: se in settimana vado in un ristorante e poi faccio gol, stai sicuro che ci ritorno anche la settimana dopo». Insomma, un pizzico di scaramanzia che non guasta. «Insieme alla costanza. Perché sono partito dalle serie minori e non ho mai mollato: nemmeno per un secondo».
Ecco perché adesso Massimo Coda è pronto a togliersi l’etichetta di “giocatore di serie B”. «A 34 anni mi resta poco tempo per dimostrare di essere un giocatore di serie A, ma voglio farlo e anche nel modo giusto». Insomma, l’idea di una vita diversa dall’attaccante non lo sfiora nemmeno per un secondo. «Allenatore? Ma chi ci pensa?!? Io voglio continuare a giocare: almeno fino a 40 anni. Poi si vedrà».
Idee chiare insomma. «Quando ero a Parma parlai una volta con Crespo. Mi disse che stare dietro la scrivania è una rottura di scatole. “Fino a quando vanno le gambe, gioca”, mi diceva. “Anche fino a 45 anni, anche solo per un euro a stagione” Ecco, io voglio seguire il suo consiglio: questo è poco ma sicuro». E anche se in allenamento c’è qualche ragazzino che va più forte di lui, Massimo Coda non si scoraggia: «Io so come gestire le energie». Parola del signor Wolf delle promozioni in serie A.