Questa non è la storia di Pinilla e Lapadula. Non è la storia del duello su come chiamare il loro modo di segnare, se "alla Pinilla" o "alla Lapadula". Ma è la storia della paternità di quel tipo di gol, di quella coordinazione che scorre nel loro sangue, cileno per Pinilla, peruviano per Lapadula. Sarà un caso che siano i maestri della rovesciata... o forse no. La rivalità tra Cile e Perù trascende i confini dello sport, che poi sarebbe il fútbol. Basti pensare alla Guerra del Pacifico. Anche se non mancano storie di solidarietà, come quella dell'amicizia che trascende i confini dello sport, che poi sarebbe il fútbol, tra Colo Colo e Alianza Lima, nata dopo il supporto della squadra di Santiago a quella di Lima per il disastro aereo che uccise tutti i suoi calciatori. Ma comunque Cile e Perù, al di là di tutto questo, si disputano l'origine della rovesciata.
Per i cileni, il primo ad essersi esibito in una giocata così ha un nome e cognome: Ramón Unzaga Asla, spagnolo naturalizzato, nel Campeonato Sudamericano di Viña del Mar del 1920, che sarebbe poi l'attuale Copa América. In Cile la chiamarono "chorera", in onore del porto dove la videro eseguire a Unzaga la prima volta, quello di Talcahuano. Per i peruviani era nata molto prima: alla fine dell'800 in una sfida portuale (sempre lì si giocava a calcio) tra marinai inglesi e gente del posto a Callao. Uno di quelli di Callao, che sono chiamati "chalacos", si coordinò in quel gesto. E da quel giorno fu per sempre la "chalaca". E allora a far da arbitro intervenne l'Argentina, un po' come aveva fatto durante la Guerra del Pacifico, stipulando con il Cile un accordo in cui si prese la Patagonia in cambio della neutralità. I giornalisti argentini videro Unzaga e battezzarono il suo gesto "chilena". E visto che gli argentini hanno sempre avuto un'influenza centrale nello sviluppo del fútbole del linguaggio del fútbol, ancora oggi in tutto il mondo latino di lingua spagnola la rovesciata si chiama "chilena". Alla Pinilla. Tranne in Perù. Dove continua a chiamarsi, e sarà per sempre, "chalaca". Alla Lapadula.
Di Rosario Triolo - @triolor