Vieri: "Il 5 maggio e i Mondiali in Corea hanno lasciato il segno"
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Data: 23/04/2020 -

Vieri: "Il 5 maggio e i Mondiali in Corea hanno lasciato il segno"

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Il bomber. Christian Vieri è stato unanimamente conosciuto, per lungo tempo, come il prototipo dell'attaccante perfetto: ha segnato tanto tra Juventus, Atletico Madrid, Lazio e soprattutto Inter. Un attaccante d'area di rigore che sfondava, grazie anche alla sua stazza, le difese avversarie: ora, invece, sfonda in rete dove tiene incollati migliaia di persone a seguire lui e i suoi ex compagni. Intervistato dal Corriere della Sera Bobo Vieri ha rispolverato i suoi ricordi partendo da una maglia che ha indossato per anni diventandone il bomber titolare di fine anni '90 inizio 2000, quella della Nazionale.

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"La maglia azzurra? Per me è speciale. Impazzivo quando la indossavo. Tranne che nelle amichevoli, quelle non mi sono mai piaciute. Da ragazzino, in Australia, avevo due sogni: la serie A e arrivare in Nazionale. Posso dichiararmi soddisfatto. Il Mondiale del 2006? Lippi nel 2006 mi voleva portare in Germania. Ma avrei dovuto giocare e al Milan stavo in panchina. Così a gennaio ho scelto di trasferirmi al Monaco, in Francia, però mi sono rotto il ginocchio e tutto è svanito. Il calcio è così".

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Ricordi azzurri, ma tanti dei momenti migliori li ha vissuti all'Inter: "Sei anni pazzeschi, ho dato tuttoecreduto nel progetto. A San Siro c’era un’atmosfera elettrica. All'Inter ho giocato con Ronaldo il Fenomeno. Per me il miglior centravanti del mondo, anche fuori dal mondo". E oggi? "Haaland: è il più forte di tutti e ha fatto bene a scegliere il Borussia Dortmund, la società migliore per valorizzare i ragazzi. Tra un paio d’anni se ne andrà in una grandissima squadra per 200 milioni, forse 300".

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In chiusura ricorda anche una delle delusioni più grandi della sua carriera, il 5 maggio 2002: "Fa parte del calcio. Si vince e si perde. Quella sconfitta ci ha distrutti perché eravamo stati in testa fin dall’inizio. E subito dopo l’Italia è stata eliminata al Mondiale dalla Corea. Due botte così ravvicinate hanno lasciato il segno. Però sono state anche un incentivo per ripartire meglio".

 



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