Cinque mesi dopo, è ripartita la Chinese Super League
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Data: 03/08/2020 -

Cinque mesi dopo, è ripartita la Chinese Super League

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Lo scorso 25 luglio si è giocata la gara inaugurale della stagione di Chinese Super League 2020-21. Il campionato nazionale è partito con cinque mesi di ritardo, rispetto ai piani originari della Chinese Football Association, a causa dell’esplosione della pandemia. Il glorioso Guangzhou Evergrande si è già ampiamente dimostrato la squadra da battere.

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Le “Tigri del Canton”, una delle società più blasonate e vincenti dell’intero panorama calcistico asiatico, allenate da Fabio Cannavaro, hanno superato, senza difficoltà, due delle rivali più ostiche ed attrezzate del Gruppo A (va ricordato, a questo proposito, che il campionato nazionale è stato diviso in due gironi da otto squadre ciascuno): lo Shanghai Shenhua di Stephan El Shaarawy e Giovanni Moreno ed il Guangzhou R&F dell’israeliano Eran Zahavi (29 gol nella scorsa stagione, record di sempre nella storia della CSL) e Mousa Dembélé. La squadra di Cannavaro ha dimostrato un’ottima solidità difensiva, non scontata dopo la lunga pausa, a testimonianza di un ottimo lavoro, svolto in fase di preparazione. Le soluzioni tattiche proposte con continuità dal centrocampo in su sono sembrate in grado di impensierire le difese avversarie in ogni circostanza. Le continue verticalizzazioni, il grande lavoro in fase di non possesso e gli inserimenti dei centrocampisti sono solo alcune delle chiavi tattiche dei successi ottenuti dal grande ex- capitano della Nazionale.

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Fabio Cannavaro è giunto ormai al suo quarto anno consecutivo quale allenatore in Cina; prima dell’Evergrande il Pallone d’Oro 2006 ha guidato alla promozione nella massima serie cinese l’ormai defunto Tianjin Quanjian (lo scorso 12 maggio la società ha comunicato la propria fine a causa di insormontabili inadempienze economiche). Il manager partenopeo è riuscito ad instillare, non senza qualche inevitabile difficoltà iniziale, una dimensione ed una mentalità ‘europea’ alla sua rosa.

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Oltre a Paulinho, che con il gol nel derby vinto contro il Guangzhou R&F ha raggiunto le 50 segnature in Chinese Super League e Talisca (il brasiliano ha concluso la scorsa stagione 16 gol e 3 assist), le Tigri del Canton possono contare, anche grazie all’ottimo lavoro di scouting svolto dalla società in sede di mercato, su una rosa dal potenziale offensivo invidiabile. Wei Shihao, ala classe ’95, rappresenta uno dei talenti grezzi in circolazione più interessanti del panorama asiatico, cresciuto in maniera esponenziale anche in zona gol nelle ultime stagioni. Elkeson, fortemente voluto da Fabio Cannavaro nella scorsa stagione, sta ripagando l’esborso economico fatto dalla società per assicurarsi le sue prestazioni. Il classe ’89 arrivato in Cina nel 2013, è diventato, lo scorso settembre, il primo calciatore senza discendenze cinesi ad indossare la maglia della Nazionale Cinese (doppietta nella vittoria contro le Maldive). Fernandinho, istrionico trequartista di origini brasiliane arrivato quest’anno dal Chongqing Lifan, anche lui prossimo alla naturalizzazione, ha tutte le carte in regola per dimostrare tutte le sue potenzialità già nelle prossime settimane…

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Il patron Xu Jiayin, magnate di Evergrande è diventato nel 2017 secondo la rivista Hurun, equivalente cinese del ben più celebre Forbes, l’uomo più ricco della Cina. A dimostrazione delle ambizioni della società, dopo 8 campionati nazionali vinti negli ultimi 9 anni, non ha mai nascosto la volontà di tornare a lottare per la vittoria della prestigiosa Asian Champions League (vinta dalle Tigri del Canton due volte nel 2013 e nel 2015). I presupposti, vista la qualità della rosa ed il livello di gioco espresso nelle primissime uscite, sembrano non mancare. Riuscirà Fabio Cannavaro a replicare il proprio successo in campo nazionale? Lo scorso anno il manager partenopeo ha ri-portato il titolo a Guangzhou concludendo la stagione con ben 72 punti. Lottare per il trionfo in Asian Champions League e sedersi sul trono d’Asia è un sogno quanto mai realizzabile.

A cura di Eduardo Accorroni

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