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Wu Lei, lo Yao Ming del calcio cinese

Il calciatore cinese, con i suoi 27 gol, ha trascinato lo Shanghai SIPG al titolo nella Chinese Super League ponendo fine all’egemonia del Gouangzhou Evergrande dopo sette titoli consecutivi. La consacrazione di quello che da anni è considerato il più forte calciatore cinese di sempre

Spesso, soprattutto di recente, quando si parla di Chinese Super League ci vengono in mente i vari Hulk, Oscar, Pato, Pellè e i tanti altri grandi campioni che hanno abbandonato l’Europa per i “soldi” cinesi. Ma dietro a tanti investimenti economici e nomi altisonanti, a volte, sono nascosti veri e propri talenti e progetti che partono dal settore giovanile.

Tanta strada ha dovuto fare Wu Lei prima di godersi la sua favola. L’ideogramma del suo nome significa combattivo, valoroso, fiero; e non può essere altrimenti se da anni scendi in campo sapendo di essere il giocatore più rappresentativo della nazione più popolosa al mondo. Lo Yao Ming del calcio cinese. Una vita nello Shanghai, sin da quando l’attuale SIPG aveva il nome di Shanghai East Asia.

Una storia che parte da lontano, quando Xu Genbao fondò la sua Genbao Football Academy. Una squadra composta da elementi che andavano dai 14 ai 17 anni, che conquistò la promozione dalla League Two. Proprio l’allenatore cinese ci vide lungo e fece esordire Wu Lei a soli 14 anni e 287 giorni, facendolo diventare il più giovane esordiente nel campionato professionistico cinese. Wu ha sempre lottato con la pesante etichetta di “Maradona Cinese”, e con gli occhi della Cina puntati addosso.

Già, perché quello che si contesta alla “Fenice di Nanchino” è sia il mancato salto di qualità con la Nazionale, sia il fatto di essere sempre rimasto nella sua “Comfort zone” senza tentare l’approdo in Europa.

Ora, però la Cina tutta, si inchina al suo più grande campione. Lo Shanghai SIPG è finalmente arrivato il titolo, il primo della storia dei Red Eagles che hanno interrotto l’egemonia del Gouangzhou Evergrande dopo ben sette titoli consecutivi. Un titolo marchiato a fuoco nel nome di Wu Lei, autentico trascinatore della squadra di Vitor Pereira: è riuscito a fare la storia del “suo” Shanghai dopo 296 partite e 151 gol. Una vera e propria macchina da reti quest’anno, 27 in 29 partite, nella stagione della consacrazione definitiva.

Nessuno è riuscito a tenere il suo ritmo: Ighalo, Bakambu, Diego Tardelli, Hulk, Pellè, Pato. Tutti alle sue spalle. Finalmente Wu Lei ha raggiunto il sogno: “Voglio vincere il titolo con il SIPG” dichiarò ad inizio stagione, poi aggiunse: “Ed in futuro spero di portare la Cina alla Coppa D’Asia ed ai Mondiali”. Primo obiettivo raggiunto, adesso tocca ai seguenti per fare le fortune di Marcello Lippi e di tutta la Nazione Cinese. Lo Shanghai SIGP campione è sì, la vittoria degli investimenti dell’International Port Group proprietario attuale del club, abbinata però all’eredità del progetto giovanile di Xu Genbao. Due ere diverse, due modi concepire il calcio diversi, uniti da un unico filo conduttore: Wu Lei, lo Yao Ming del calcio cinese.


A cura di Francesco Falzarano