L’arte di risolverla dalla panchina: Solskjaer e lo United ci riprovano
Da ‘super-sub’ in campo, a sostituto di Mourinho sulla panchina dei Red Devils: Ole Solskjaer torna a casa
“You are my Solskjaer,
My Ole
Solskjaer,
You make me happy,
When skies are grey,
Oh Alan Shearer,
Was f…ing dearer,
So please don’t take,
My
Solskjaer away…“. I tifosi del Manchester United, per quel ragazzone norvegese, cantavano così. E oggi sperano di tornare a farlo, nelle sue nuove vesti.
Cambia il termine di paragone, quel ‘molto più costoso’ che 22 anni fa era Shearer (accasatosi al Newcastle per 15 milioni di sterline, mentre lo United spendeva dieci volte di meno per quel 23enne semisconosciuto di nome Ole) e oggi è Mourinho. Ma da giocatore come da allenatore, Solskjaer arriva in punta di piedi. Solo due esperienze in panchina (la retrocessione con il Cardiff nel 2014 fa da intermezzo alle cinque, più fortunate stagioni in patria alla guida del Molde), per quanto si sia formato allenando le riserve del Manchester tra 2008 e 2011.
Un low profile, dopo lo Special one, il cui nome sembra però aver riportato un po’ di sereno nella bufera United. Perché nell’immaginario dei Red Devils, Solskjaer sarà sempre quel ‘Baby-faced assassin’ (riccioli biondi e occhi azzurri, ma lasciatelo libero in area…) che risolveva le partite a Sir Alex, spesso e volentieri da subentrante. 126 gol in 366 partite tra 1996 e 2007. Il più importante il 26 maggio del 1999: quella zampata che al 93′ decise la finale di Champions League più pazza di sempre contro il Bayern.
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Numeri da grandissimo, peso specifico da idolo. E ruolo da beniamino dello spogliatoio, perché Ole non chiedeva ma serviva. Da Ferdinand a Beckham, oggi le leggende del Manchester United si riattivano sui social omaggiando l’attaccante e incoraggiando l’allenatore. Chiamato a risollevare una stagione fin qui storta ma ancora tutta da scrivere, soprattutto in Champions.
Con il numero 20 sulle spalle, altrettanti anni fa, sappiamo tutti com’è andata a finire, soprattutto in Champions. Delle sue doti in panchina invece ne sappiamo poco. Ma ancora una volta, Ole è pronto a entrare a gara in corso per lo United: “So please don’t take, my Solskjaer away…”.