Piedi raffinati sotto un fisico da corazziere. Rafael Leao svetta di testa, scatta sulla fascia e salta l’uomo, il tutto con una facilità impressionante. Attaccante completo, di quelli che vedono la porta e conquistano gli allenatori, senza neppure dare l’impressione di faticare troppo. Il Milan lo ha quasi acquistato per 30 milioni di euro più bonus (leggi QUI gli aggiornamenti sulla trattativa) e aspetta di raccogliere sul campo i risultati di un’operazione dispendiosa. Lo voleva mezza Europa, era vicino all’Inter, approda alla corte di Marco Giampaolo con i numeri del predestinato e la voglia di sfondare anche in Serie A. Vent’anni appena compiuti, otto gol al Lille nell’ultima stagione e per esultare la mano portata all’orecchio. “Alo mae” – ciao mamma – come Gabriel Jesus, mima la telefonata, rassicura i genitori. Erano partiti dall’Angola per cercare fortuna, ma il talento ce l’avevano in casa, era solo questione di tempo e non ce n’è voluto neanche tanto prima di vederlo esplodere.
Comincia a Lisbona, sulle rive del Tago. Ha quattordici anni quando incontra Tiago Fernandes: è l’allenatore dello Sporting Under19, diventerà il suo mentore. “Era fortissimo, con il pallone faceva cose che altri non potevano neppure immaginare. Andava soltanto direzionato, ma era un crack. Non c’erano dubbi”. Detto fatto, nel 2016 è campione d’Europa con la nazionale portoghese Under17, dodici mesi e sfiora il bis, questa volta con l’Under19, fermato soltanto in finale. Adesso, è punto fermo dell’Under21 con la costante della maglia numero sette sulle spalle. Come Cristiano, almeno fin quando non debutterà coi grandi. Destro naturale, mancino da migliorare, dalla sua ha un’età in cui nulla gli è precluso. L’esordio in Primeira Liga diventa fisiologica conseguenza, un gol al Porto, in appena tre partite, per certificare classe cristallina e avvenire assicurato.
Sembra l’inizio di una storia idilliaca, si trasformerà in una breve parentesi. La sconfitta contro il Maritimo, nel giugno 2018 costa la Champions allo Sporting e scatena la rabbia dei tifosi. Si presentano in cinquanta all’allenamento, spranghe in mano e volti incappucciati. Aggrediscono i calciatori, scatenano il panico. Leao è un ragazzino, ma quell’ambiente lo ha stufato. Chiede la rescissione per giusta causa e rimane svincolato. Campos, direttore sportivo del Lille e una lunga serie di fenomeni scovati sul curriculum, è il più lesto di tutti. Odora l’affare, se lo porta in Francia dove i paragoni si sprecano e il più gettonato è quello con Mbappé. Qualcuno lo affianca a Zapata, mentre in patria sono certi di avere trovato il nove che manca alla nazionale per fare il definitivo salto di qualità. Ancora ragazzino, in Youth League, giganteggiò contro la primavera della Juventus. A Vinovo, in un 4-1, per lo Sporting: segnò due gol, si procurò un rigore e propiziò con un assist il poker portoghese. Provateci a trovare un biglietto da visita migliore.
Nanni Sofia