“Mister è meglio che metta in campo lui”. Il coraggio di essere terzi, l'umiltà di saper dire quando è il momento di cedere il passo. Almeno per qualche partita. Anche se, probabilmente, una partita così difficile non se la sarebbe proprio potuta immaginare. Federico Ravaglia dovrà comunque molto ad Angelo Da Costa: se il primo, portiere del 2001, esordisce in Serie A giocando contro la Roma, deve ringraziare il secondo.
Il risultato è quello che conta, e 5 gol subìti nel primo tempo non possono di certo rendere memorabile una giornata comunque emozionante, ma a Bologna quello che è successo è il ritratto di una bella pagina di calcio e, soprattutto, di un bello spogliatoio. Non è la prima volta che Sinisa Mihajlovic lanci un giovane (tra l'altro, in porta, c'è sempre sullo sfondo l'esempio di Donnarumma quando l'allenatore era al Milan). Certo, però, promuovere un terzo portiere a secondo, e quindi a primo vista l'assenza di Skorupski, è sempre una cosa che colpisce.
Ecco cosa è successo: l'infortunio del polacco sembrava portare alla decisione naturale di schierare il brasiliano, che però in Coppa Italia (dove ha sempre giocato), aveva fatto molto male contro lo Spezia. 4-2 per i liguri il risultato finale e gara di certo non da incorniciare. Da qui, il confronto con il suo allenatore: Ravaglia in allenamento stava facendo molto bene, era motivato, carico e pronto a imparare qualsiasi cosa gli venisse detta. “Gli dia fiducia, mister”, dice Da Costa. E Mihajlovic non ci pensa due volte.
Le colpe sui gol non sono sue, ma di tutta la fase difensiva. Cinque gol, comunque, sono cinque gol, e l'esordio è ben più amaro di quello che si aspettava. Sarebbe stata una bella gioia, per chi ha percorso tutta la trafila nelle giovanili rossoblù. L'anno scorso ha vestito un'altra maglia dello stesso colore, quella del Gubbio: 25 presenze in Umbria (2 l'anno precedente, ma nel SudTirol), prima di tornare alla base. E pensare che proprio contro la Roma aveva esordito un altro terzo portiere con la maglia del Bologna: era il 2018, allora allenava Donadoni, e proprio contro i giallorossi scese in campo il giovane Antonio Santurro (ora in prestito al Catania), viste le assenze di Mirante e proprio Da Costa. Finì 1-1, un risultato un po' diverso rispetto all'incubo vissuto da Ravaglia. Gli servirà per forgiare il carattere. Anche in questo, forse, Da Costa potrà aiutarlo.