Uno di quei romanzi italiani, romantici, con il tanto atteso lieto fine. È la storia di Emiliano Sala, argentino sì, ma di origini italiane come è facile intuire dal nome. Cresciuto calcisticamente nel Proyecto Crecer a San Francisco, città dell’Argentina situata nella provincia di Cordoba. Non una vera scuola calcio, più che altro un Academy, con l’obiettivo di costruire calciatori che potessero arrivare in Francia, precisamente al Bordeaux. Fin da piccolo è sempre stato il più alto, il più grande ed è proprio al Proyecto che fu soprannominato “il ragazzone”. Goal, goal e ancora goal: che lo portano nel 2010 all’età di vent’anni dai campi impolverati di periferia, dove il calcio era solo un gioco, alla Francia: proprio al Bordeaux. Il sogno è lì, a portata di mano, seppur non italiano.
È il punto più basso della sua carriera. Sala riparte dall’Orleans, terza serie francese: 19 reti in 37 partite. L’anno successivo lo aspetta la Ligue 2 precisamente lo Chamois Niortais. Segna 18 gol in campionato (12 nelle ultime 12 partite) e viene ribattezzato Salagol in onore del suo idolo Batistuta. Poi il ritorno al Bordeaux che conferma di non voler puntare su di lui, solo 11, infatti, le presenze in stagione, prima del passaggio a titolo definitivo al Caen. L’inizio è di quelli importanti, goal assist, la rete contro il Psg che regala l’1-1, ma anche qui il ragazzone non decolla.
È il Nantes che cambia la vita e la carriera. Gioca, segna. Diventa il cuore della squadra con in panchina Claudio Ranieri. Quest’anno la definitiva consacrazione: “I miei amici stentano a crederci quando vedono mi vedono al fianco di Mbappè nella classifica marcatori” ha dichiarato. Già, perché Emiliano Sala, al momento, contende il trono di capocannoniere della Ligue 1 a Mbappè, mettendo la freccia sui vari Neymar, Cavani, Depay. Con la rete di ieri che ha regalato il pareggio al Nantes sul campo del Rennes, migliorando così la sua già impressionante media tiri-goal: 14 tiri in porta 11 goal, al momento la miglior media goal in Europa per campionati (0,9). “La precisione era uno dei miei punti di miglioramento e ho lavorato con esercizi specifici e video per migliorare ancora. Poi aggiunge: “Ho anche un allenatore - Vahid Halilhodžić- che è stato un grande attaccante e mi dà consigli che mi aiutano sul campo. Parla con me ogni settimana, devo molto a lui, la sua fiducia è fondamentale”. E’ diventato l’uomo copertina del Nantes, come dimostra il profilo Instagram dei gialloverdi. Questa volta sì, una volta per tutte “il ragazzone” non vuole più fermarsi.
A cura di Francesco Falzarano