Cestista mancato, la maglia di Sahin, la sua Pro Vercelli. A tutto Berra: “Il segreto? L’idratazione…”
Faccia pulita e risposta pronta. “La tua miglior stagione nel mondo dei professionisti? Assolutamente sì”. Il tono deciso di Filippo Berra è più che legittimo: 24 partite in questa Serie B con la maglia della Pro Vercelli addosso, 1660 minuti totali e anche un assist. Su e giù n.volte tanto da “l’avrai consumata quella fascia destra…”. Lui ride. E poi ringrazia, educato, lucido anche nell’analisi della sua crescita. “Adesso gestisco meglio la pressione. Ho un approccio più maturo alla partita. A inizio anno è stato un po’ complicato perché non trovavo molto spazio ma non ho mai smesso di lavorare. Di crederci”. Il segreto? La bottiglietta di acqua che si porta anche sotto le coperte. “E’ un consiglio del nostro allenatore Longo: bere. Bere. Bere. Più bevi e meno rischi di infortunarti perché il muscolo si idrata”. A proposito di Moreno Longo. “Mi trovo benissimo con lui: è preparato e davvero molto motivato. E’ merito suo se tanti giovani ragazzi come me stanno trovando spazio”. Chiamasi valorizzazione del capitale di un club, e la Pro Vercelli si sfrega le mani. Da sottolineare anche chi come il suo agente – Danilo Caravello – ha sempre avuto fiducia in lui e non ha sbagliato una virgola sul percorso dì crescita che c’era da fare.
Filippo Berra, ruolo terzino, corre e si diverte con una palla tra i piedi anche se la tentazione di prenderla con le mani alle volte c’è. “Esagerato! Anche se devo ammetterlo: sarei potuto diventare un giocatore di basket. In famiglia mia è quello lo sport di riferimento perché papà giocava a basket e mio fratello ci gioca tutt’ora. Ma tutto d’un tratto io mi stufai, ho preferito il calcio”. E per fortuna. “Spesso chiedevo al mio allenatore di fare la partitella finale d’allenamento… con i piedi!”. Ovviamente con la palla gigante e pesante propria della pallacanestro. Ma che terzino è diventato, Filippo. Ventidue anni e una cantera made in Udinese sinonimo di qualità. “Mi presero giovanissimo”. Il ricordo più bello? Sicuramente Anfield, quando aveva 17 anni. “La mia prima esperienza tra i grandi. Sarei dovuto andare a giocare la Coppa Italia con la Primavera e all’ultimo mi spedirono a Liverpool. Mi sono ritrovato a due passi da Gerrard e Suarez… che per fortuna non ha morso”. Scherzi a parte. “Mi tremavano le gambe! E poi abbiamo anche vinto in rimonta grazie a Totò”. A fine partita “ho chiesto la maglia a Sahin che però poi si è dileguato”. All’Udinese tanti consigli, sopratutto dai più grandi. “Se dovessi dire un nome di quelli che ricoprivano il mio ruolo indicherei Widmer. Che forte!”. Ma il modello è un altro, seppur vesta sempre bianconero. “Dani Alves!”. Meno canterino del brasiliano, più legato agli studi, Filippo. Che i libri non li ha ancora chiusi. “Frequento l’Università. Il corso di Economia e commercio”. Laurea in arrivo, un po’ come la salvezza della Pro, per un double da sogno che fa sorridere Berra. “Aspetta però… continuiamo a dare tutto. Poi vediamo, i conti alla fine”. Pragmatico, friulano. Poi respiro profondo e quella sorsata d’acqua immancabile che a Vercelli fa la differenza.