90 anni di storia. Qualcosa in più, qualcosa in meno. Catanzaro e Cosenza si ritrovano ancora, una davanti all’altra. Sarà la 49esima volta: per una partita piena di storia, rivalità e soprattutto passione viscerale. È stata la sfida di Massimo Palanca e di Gigi Marulla. Quella di Gianni Di Marzio, allenatore su entrambe le panchine. Sarà quella di Pietro Iemmello e Gennaro Tutino. 500 catanzaresi alla rifinitura, oltre 200 i cosentini alla partenza della squadra. A dimostrazione di come quella di domenica 26 novembre sarà una partita differente rispetto alle altre.
17 anni di attesa per la tifoseria giallorossa per tornare in Serie B, 6 quelli del Cosenza per ambientarsi nuovamente nel campionato cadetto. Ma la passione è sempre uguale. Qualcosa di assoluto, che pone agli antipodi ma che unisce le due tifoserie e le accomuna allo stesso tempo. Un esempio? I gemellaggi ad hoc: Catanzaro e Brescia, Cosenza e Atalanta; Cosenza e Genoa, Catanzaro e Sampdoria. Derby sentito sotto ogni punto di vista. Una partita che non ha eguali: il derby di Calabria e che le due tifoserie sottolineano con orgoglio.
Alle origini della rivalità: Catanzaro-Cosenza dal 1980 ad oggi
Una rivalità che risale agli anni 80’. Eppure fino a quel momento i rapporti tra le due tifoserie erano piuttosto buoni. Un conflitto anche extracampo che passa anche dalla scelta del capoluogo di regione. Ma che si accende qualche anno dopo, con l’assenza del derbyssimo dal 1990 al 2018. 18 anni di assenza, a causa delle diverse categorie d’appartenenza. E sarà proprio quel giorno che accadrà una delle scene più incredibili e indelebili nella storia della partita. Si giocava a Cosenza, con i catanzaresi costretti dalle restrizioni a non poter assistere alla sfida. Ma nel corso della gara ecco arrivare i deltaplani, che sorvolando il San Vito-Marulla lasciarono cadere un lungo striscione: “Le Aquile vi sovrastano sempre”.
Il bello di tifare per queste due sqyadre è che vivere questa partita significa ansia e tensione già dalla fine da quella precedente. Un solo pensiero che accomuna due popoli: “C’è il derby”. E nella mente dei tifosi cosentini ci sarà per sempre quello del 2016. È la fine di agosto, in Calabria il caldo la fa ancora da padrone. Il derby si gioca a Catanzaro, è la prima giornata. Non male come inizio, il saluto all’estate caldissima e il bentornato alla passione bollente del pallone. Caccetta, Gambino e ancora Caccetta regalano al Cosenza un successo incredibile. E mentre il Ceravolo è il palcoscenico di un silenzio assordante, nella curva rossoblù parte un trenino che rimarrà per sempre nella storia. La squadra tornerà in città in serata, al San Vito ci saranno 3000 persone ad attendere Roselli e la sua banda che ha appena stravinto il derby: è la prima giornata, ma sarà una notte di festa.
“È la prima partita che si va a cercare all’uscita dei calendari”. Raccontano i tifosi catanzaresi. Sì, perché il derby va aspettato, va capito, va vissuto. Qualcosa di autentico, che certifica catanzaresità e cosentinità. E, per quanto strano possa sembrare, le combina.
Catanzaro-Cosenza, atto 49: si va in scena.