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Catania, SIGI annuncia: “Offerta Tacopina impossibile, serve liquidità immediata”

Catania, la questione societaria con Joe Tacopina sullo sfondo

Continuano ad essere giorni complicati in casa Catania. Alla sconfitta subita al “Massimino” contro il Foggia per 3-1 al primo turno di playoff del girone C di Serie C, si è infatti sommata la ben più importante e complicata questione societaria per il passaggio di proprietà del club siciliano all’imprenditore italoamericano Joe Tacopina.

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Dopo mesi di trattative, rilanci e pesanti dichiarazioni da ambo le parti – oltre ad un contratto preliminare di compravendita prima siglato e poi risolto – questa mattina a Torre del Grifo i soci SIGI hanno indetto una conferenza stampa straordinaria per chiarire la situazione economica del club e l’imminente futuro che a questo punto potrebbe anche non prevedere l’avvento in società dell’ex patròn del Venezia.

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Quest’ultimo, negli scorsi giorni, aveva presentato una nuova offerta per l’acquisto della società rossazzurra. Offerta che SIGI, ad oggi, non ha ritenuto congrua, come spiegato dal presidente del CdA Giovanni Ferraù all’inizio del suo lungo intervento:

L’ultima offerta presentata da Tacopina in questo momento risulta impossibile nella realizzazione. Il club ha bisogno di immediata liquidità e Joe questo lo sa bene. A gennaio avevamo firmato un preliminare chiaro. Abbiamo lavorato 7 mesi per portare il debito dove voleva l’investitore. Abbiamo continuato questa strada insieme con Tacopina e poi abbiamo preso accordi con molti creditori per pagarli. Lui ci è venuto incontro facendo un bonifico di 630 mila euro per pagare i creditori, ma lui ha preferito aspettare per entrare nel Calcio Catania”.

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“Voleva aspettare la riduzione del debito, come del resto era previsto dagli accordi. L’Agenzia delle Entrate ha dato il suo parere ma Tacopina non ha voluto accettare l’ipoteca di secondo grado. Nonostante questo pensavamo di chiudere il 26 aprile e la SIGI non ha posto ulteriori condizioni. Non abbiamo chiesto una proroga del contratto ma nel frattempo abbiamo lavorato con lui per trovare una soluzione diversa. Ho proposto a Tacopina di mettere 3 milioni per entrare nel Calcio Catania e prendersi il 51% del club. Ha detto no. Rischiavamo insieme anche perchè non è pensabile che si possa entrare dopo che gli altri hanno aperto la strada a lui. A questo punto andremo avanti e cercheremo interlocuzioni esterne.

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Sempre in merito al rapporto con Tacopina, nel corso della conferenza Ferraù ha più volte precisato di non aver gradito “gli attacchi” rivolti dall’imprenditore italoamericano nei confronti di alcuni soci SIGI: “Abbiamo subito attacchi in questi giorni e nessuno di noi merita tutto ciò. Qui tutti i soci hanno fatto cose importanti. Non ci sono qui soci da 100 euro e altri da 6 mila euro, tutti hanno una pari dignità. Senza di noi il club sarebbe finito in Serie D. Non ci sono idioti e stupidi in SIGI. Noi vogliamo rilanciare il Calcio Catania dove merita e tornare in B quanto prima. La SIGI è disposta anche a perdere tutti i 6 milioni investiti ma non vogliamo che ci vengano poste condizioni. Finora abbiamo versato 6 milioni sui conti del Calcio Catania per pagare stipendi, sostenere gestionale ordinario e debiti pregressi.

“Forse Tacopina vuole il fallimento del Catania”

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L’ultimatum nei confronti di Tacopina è di presentare una nuova offerta entro pochi giorni e con tempistiche ben precise: “Aspettiamo da Tacopina un dentro o fuori – spiega Ferraù – perché adesso servono 4 milioni di euro entro metà giugno. Forse Tacopina vuole il fallimento del Catania e provare a prenderlo in Serie D. Se mette i soldi subito vuol dire che vuole concretamente il club ma se insiste con la proposta condizionata non vuole andare avanti. Questa immissione di denaro va fatta entro il 15 maggio”.

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Giovanni Ferraù, inoltre, ha quantificato l’attuale situazione debitoria della società dopo l’accordo di riduzione trovato con alcuni enti creditori del Catania: “Il debito del club attuale è di 26 milioni con il Credito Sportivo e 16 milioni con il resto dei creditori. Noi abbiamo acquistato un Catania con 65 milioni di debiti e altri ne venivano fuori come i funghi. Il Tribunale ha scritto nell’atto di vendita a luglio scorso che non sarebbe stato responsabile se i dati dei debiti non fossero stati reali. Purtroppo causa Covid abbiamo perso sponsor e incassi da botteghino e quest’anno le nostre entrate sono stati pari a zero”.

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Riguardo al futuro, infine, il presidente di SIGI ha assicurato l’impegno della società nel trovare – con o senza Tacopina – nuove soluzioni per proseguire nella gestione sportiva e finanziaria del club, aprendo ancora una volta le porte a possibili nuovi investitori: “Che futuro chiederesti ad una persona in coma in ospedale? Noi dobbiamo programmare il futuro sulla base di tutte le certezze. Una su tutte Joe Tacopina. Aspettiamo a breve una risposta chiara e definitiva, altrimenti andremo avanti anche senza di lui. Chiunque voglia bussare alla nostra porta sarà ascoltato. Tutto questo nell’esclusivo interesse della salvezza del Calcio Catania”.

A cura di Marcello Mazzari