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Catania e un futuro difficile da decifrare

Classifica che piange, vittorie che stentano ad arrivare, difficoltà economiche senza fine e adesso anche la partita contro la Casertana a porte chiuse. A Catania ormai da troppo tempo non si sorride più e in tanti temono che il peggio debba ancora arrivare.

Solo poche ore fa l’ultimo di una serie di eventi che stanno rendendo l’attuale stagione un vero e proprio incubo, soprattutto per chi aveva sognato di vedere ancora una volta i rossazzurri impegnati nella lotta per la promozione in Serie B. La decisione della Prefettura di Catania di far disputare senza la presenza di pubblico la sfida in programma domenica al “Massimino” tra i rossazzurri e la Casertana è però solo la punta dell’iceberg e in questo caso nulla c’entrano i tifosi.

La scelta è scaturita infatti dall’assenza del numero minimo di steward per il match del “Massimino”, dopo il divorzio di soli dieci giorni fa tra il Catania e la World Service, che ha gestito per anni la sicurezza dello stadio catanese. Si tratta dunque di esigenze di ordine pubblico.


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Che succede al Catania?

Se lo chiedono in tanti, se lo chiedono tutti e in pochi riescono a vedere uno spiraglio di luce lungo un percorso che negli ultimi anni si è trasformato in un vero e proprio calvario e che anche quest’anno ha portato presto ad un avvicendamento in panchina, con Lucarelli richiamato al posto di Camplone.

Solo pochi giorni fa la dirigenza ha ripetuto nuovamente di continuare a credere nel risanamento e in un pronto ritorno nel calcio che conta, ma da qualche tempo tali certezze sembrano essersi improvvisamente indebolite. Fa rumore l’assenza di repliche della società rossazzurra sulla scelta della Prefettura di Catania di chiudere le porte ai tifosi per la sfida di domenica, a maggior ragione perché la notizia è stata ufficializzata dal sito della Casertana.

Un silenzio che fa scalpore, come quello legato alla conferenza stampa prima misteriosamente convocata per oggi da Pietro Lo Monaco e poi cancellata per sopraggiunti impegni dell’amministratore delegato.

Malgrado tutto domani Lucarelli parlerà regolarmente, segno che il Catania cerca di tenere viva l’attenzione sulla partita contro i campani, considerata fondamentale per continuare a sperare di risalire la china in classifica.


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Quale futuro?

Il campo però non sembra più il problema principale, perché la paura che la situazione possa precipitare da un momento all’altro è sempre viva. Eppure la società rossazzurra ribadisce costantemente di non avere intenzione di rinunciare a lottare e di voler continuare a lavorare per azzerare i debiti.

Un obiettivo quotidiano che dal ritorno di Lo Monaco ha permesso di ridurre il passivo da 15 a 4 milioni in soli tre anni, per di più con gli stipendi regolarmente pagati ai tesserati, ma che ancora oggi sembra insufficiente per pensare di compiere il salto di categoria. Nell’ambiente si mormora da mesi di un possibile baratro all’orizzonte, ma il patron Nino Pulvirenti ha ribadito in più occasioni che le risorse per andare avanti ci sono e che a gennaio verrà fatto un intervento deciso sul mercato per potenziare la rosa.

Il futuro resta però difficile da decifrare e i tifosi si chiedono cosa stia davvero succedendo al Catania e se esista realmente una soluzione per uscire da una crisi interminabile dentro e fuori dal campo.

Antonio Costa