“Ci penso a quel record, certo che ci penso…”. Vivere la Serie C per riprendersi la B. Andrea Caracciolo ce lo ricordava tre mesi fa, all’indomani del primo gol segnato in maglia Feralpi contro il Teramo. Esattamente un girone dopo, le reti in campionato sono diventate 7. Ma soprattutto 200 tra i professionisti.
Un film lungo 17 anni: le immagini di Mazzone e Baggio, di Grosso e Diamanti, che scorrono veloci negli occhi dell’Airone. Attaccante tecnico e agile, nonostante i suoi i 194 centimetri, divenuto cult grazie a quell’esultanza volante. Una rilettura poetica dell’Aeroplanino di Montella, che Caracciolo ha mostrato dopo ogni gol lungo tutta la penisola. Perugia, Palermo, Genova (su entrambi i lati). Soprattutto Brescia, dove tutto era cominciato e stava quasi per finire.
Era stata doppietta il 3 marzo 2002 contro il Piacenza: ne arriva un’altra oggi, per un cerchio ideale che si chiude. O forse no. Perché cambiano il palcoscenico (dalla Serie A del Rigamonti alla C del Bonolis di Teramo) e lo sparring partner (ieri Luca Toni oggi Alessio Vita), ma il protagonista rimane sempre Caracciolo Andrea, 37 anni. “A giugno avevo anche pensato di smettere”, la confessione di un campione ferito.
‘Scaricato’ dal suo Brescia, dopo 413 partite e 179 gol (miglior realizzatore della storia del club), di cui 132 in Serie B. Ne mancavano quattro per superare il primatista assoluto Schwoch. Ma il campo viene prima del cuore, per il presidente Cellino: l’addio alla bandiera per fare largo a Donnarumma, oggi capocannoniere e trascinatore di una squadra in odor di promozione.
Alla fine però, Caracciolo di dire basta non se l’è sentita. È ripartito da Salò, a 35 chilometri di distanza. Un’altra promozione da sognare, che per il giovane club lombardo sarebbe la prima in Serie B. A caccia del traguardo più inseguito dall’Airone, che intanto oggi ha battuto le ali per la duecentesima volta. Anche questo, record mica da poco.